L'ombra dei sovranisti inquieta l'Ue

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Dalle prossime elezioni europee, secondo le prime proiezioni diffuse ieri dal Parlamento Europeo stesso, l'ultradestra e le altre coalizioni di movimenti "revisionisti" usciranno sì rafforzati, ma incapaci di rovesciare il tavolo e prendersi il governo dell'Ue. Lo dicono i numeri: per allearsi col "gruppone" di testa del Ppe – quello di Merkel e Juncker, ma anche di Orbán, accreditato oggi di 183 seggi – gli euroscettici dovrebbero portare a Strasburgo qualcosa come 170 deputati. Raccogliere sostanzialmente un voto su quattro, altrimenti detto, considerato che il totale in palio nel nuovo Parlamento sarà di 705 seggi. Il commento di Simone Disegni sul sito linkiesta.

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Racconta Pier Luigi Bersani, l'ex segretario del Pd: «Ricordo ancora la direzione in cui posi i dirigenti del partito di fronte all'opzione governo Monti o elezioni. Mi trovai di fronte un fuoco di sbarramento di sei interventi di esponenti di primo piano che consideravano Monti una scelta obbligata. Poi c'era Napolitano... Da quel momento, tutte le settimane, per un anno, sono stato sottoposto ad un'esame di montismo. E anche se avevo qualche dubbio sull'efficacia della politica del loden, dovevo accettare l'impostazione di chi, per far dimenticare il proprio passato comunista, pensa sempre che abbiano ragioni gli altri. La verità è che in molti si ubriacarono di retorica europeista. Trasformarono un'idea buona, l'Europa unita, in un'ideologia...». Il commento di Augusto Minzolini su il Giornale.

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