Europa ininfluente sullo scacchiere mondiale

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Se l’Europa delle eterne divisioni interne è incapace di sfruttare i suoi potenziali punti di forza, che pure sarebbero molti, per battere il terrorismo, in compenso gli consente di navigare agevolmente in mezzo alle sue evidenti debolezze per massacrare indisturbato i suoi cittadini inermi. Dovrebbe far riflettere molto questo paradosso europeo: ha anche permesso di coniugare insieme, per la gloria del califfo, la determinazione dei jihadisti con la plateale indeterminazione della risposta europea all’emergenza rifugiati, trasformata in cavallo di Troia ad uso del terrore. L'editoriale di Adriana Cerretelli su Il Sole 24 Ore.

Ue, svegliati dal lungo torpore!

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Europa, che fatica a capire il mondo!

La strage di Parigi lascerà il segno nel tempo. Non capisco cosa debba succedere perché i nostri governanti europei si sveglino dal lungo torpore che da anni li ha colpiti. L'Isis ha già preannunciato prossimi attentati per Roma, Londra e Washington. In vista del Giubileo della Misericordia c'è da provare tanta angoscia. Si è indifesi di fronte ad attacchi vigliacchi che creano crescenti timori nelle popolazioni interessate dalle loro azioni terroristiche. Saranno pure cellule impazzite, come usano giustificare i cosiddetti Paesi musulmani moderati. Però, a ben guardare, nessuno che ne prenda le distanze o tenti di far qualcosa per impedire altre carneficine. L'Arabia Saudita è silente, così il Qatar, così l'Iran. I Paesi occidentali stanno continuando ad inanellare un errore dietro l'altro. Il Sommo Pontefice piange i troppi morti innocenti. Ognuno pensa ai suoi problemi specifici. La crescita che non decolla (i Paesi Ue), l'aumento preoccupanti dei livelli della disoccupazione, l'immigrazione fuori controllo che solo oggi allarma un po' tutti (dopo che per anni, in particolare nel vecchio continente, ci si è disinteressati del problema, con il trattato di Dublino fuori discussione). Non ci vuole un Satanasso per reagire ai tanti problemi che incombono. L'Europa deve fare un passo avanti gigantesco ma non vuole farlo. E' al di fuori dell'agenda dei 28 Paesi facenti parte dell'Unione. Si proponga la costruzione di un'Europa politica, con tanto di presidente, di governo europeo sul modello americano, con un ministro degli esteri vero e non fasullo, come la Federica Mogherini che conta nel contesto internazionale come il due di briscola, si associ la Russia di Vladimir Putin e si chiuda la Nato, fonte di conflitti tra Usa e Russia e la si smetta di giocare al gatto con il topo. Dove il topo è l'Unione Europea che è un nano sia politico che economico. La Germania la pianti con il suo rigorismo scellerato che negli ultimi tempi ha rischiato di determinare un'ingloriosa fine della creatura voluta da quei grandi statisti del dopoguerra, Konrad Adenauer, Robert Schuman, Alcide De Gasperi. Perseguendo questo traguardo potrebbe rinascere un interesse per la Cosa Europea. Non basta l'euro. Non basta Draghi. Non basta la Merkel. Non si possono aprire le porte dell'Europa a milioni di immigrati. Non compriamo più petrolio dai Paesi arabi. Può essere un'idea vincente. Azioni così dure, però le può portare avanti solo gli Stati Uniti d'Europa. Riflettiamoci, prima che il baratro cin ingoi tutti.

Marco Ilapi, 15 novembre 2015

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L'Europa ha le ruote sgonfie ed è pure miope

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Troppo concentrata a tentare di contenere il fuoco nel disastrato focolare di Atene, l’Europa non ha visto l’incendio che si preparava a mandarle in fiamme la casa: tra catastrofe umanitaria creata da centinaia di migliaia di rifugiati, in fuga dalle guerre in Siria, Irak, Afghanistan, Libia, che si accalcano alle sue frontiere, la questione ucraina e l’equazione russa che scuotono troppe certezze politico-strategiche seminando destabilizzazioni prima di tutto psicologiche soprattutto a Est, la crisi di identità della Nato che si intreccia a un legame transatlantico stressato, sempre più problematico. L'editoriale di Adriana Cerretelli su Il Sole 24 Ore.

Il motore ingrippato di una miope Europa

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