Ue alla ricerca disperata di un leader

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Immaginate per un attimo se i capi di governo europei convocassero un vertice per rafforzare il progetto europeo. Se producessero annunci per un'accelerazione del processo di integrazione finanziaria, per un'innovazione obbligazionaria europea con emissioni garantite dalla commissione e della Bei per duemila miliardi destinati a investimenti infrastrutturali; se annunciassero che il processo per l'unificazione fiscale è in corso e non rimandato a dopo il 2017 per paura delle elezioni in Germania, se concordassero una sospensione “formale” per 5 anni del tetto del 3% nel rapporto fra disavanzo e Pil e così via. L'editoriale di Mario Platero su Il Sole 24 Ore

Europa in difficoltà per colpa della Germania

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Cameron esulta, Renzi piange

Il comportamento del primo ministro inglese è esemplare. E’ riuscito in un solo colpo ad annichilire Angela Merkel e Francois Hollande. Cameron esprime gli interessi della grande finanza internazionale che ha la sua base nella City londinese. E la grande finanza in questi lunghi anni di crisi non ci ha rimesso un solo penny! Ovviamente anche la Gran Bretagna non vuole perdere alcuni privilegi. Che nel tempo gli sono stati concessi. Non fa parte dell’area euro. Si tiene ben stretta la sterlina. Può far quello che vuole con gli immigrati. Anzi, li scarica sul nostro groppone. Adesso che il fenomeno migratorio tocca gli interessi nazionali di Germania, Danimarca, Finlandia e Svezia, ci si sveglia e si chiedono ulteriori sacrifici ad Italia e Grecia. Campi di accoglienza (come se non bastassero quelli che ci sono), politiche favorevoli ad un’immigrazione di fatto incontrollata. Il problema potrebbe essere affrontato e risolto dagli Stati Uniti d’Europa. Se lorsignori (Angela Merkel, David Cameron, Francois Hollande, ecc.) volessero impegnarsi per realizzare a breve il sogno di Altiero Spinelli,, Konrad Adenauer e Robert Schumann. Sembra che la strada che intendono percorrere sia ben diversa. C’è palese paura e subalternità (dell’Italia renziana in particolare) di mezza  Europa nei confronti della Germania. Che detta l’agenda a tutti gli altri Paesi. Le regole sul Bail In, pur accettabili, dovevano essere introdotte gradualmente e senza penalizzare l’Italia che, non v’è alcun dubbio, ha dimostrato incapacità di curare i propri interessi. Mario Monti è stato una frana, così come Enrico Letta e adesso Matteo Renzi. E’ vero che l’Italia ha un debito pubblico gigantesco. Per poter contare in Europa il capo del nostro governo avrebbe dovuto pretendere dai partner Ue un affrancamento dall’obbligo di rispettare lo stupido trattato di Maastricht fino a che il parametro del 60 % dell’indebitamento concesso sul Pil prodotto non fosse stato perseguito. Sotto questo profilo non è che la Germania possa gridare di giubilo. Appare elementare che i governi avrebbero dovuto contemporaneamente eliminare gli sprechi (e il Palazzo sa bene dove si annidino), recuperare la massiccia evasione fiscale, da Confindustria stimata in 120 miliardi di euro l’anno, nonché parte dei crediti che l’Agenzia delle Entrate vanta: si parla di oltre 600 miliardi di euro. Matteo Renzi se lo metta bene in testa. Le previsioni della crescita sono sistematicamente  viste al ribasso, il debito aumenta, e il nostro Paese non conosce pace. Caro Matteo, il tuo motto “cambia verso” sembra avere perso smalto. Tu hai conquistato fraudolentemente Palazzo Chigi, ma a guadagnarci non è stata l’Italia né gli italiani, ma i tuoi sodali, vecchi e nuovi. A quando le dimissioni? Forse Monti e Letta, insieme, avrebbero potuto fare meglio. Molto meglio. E se si svolgesse anche da noi un referendum sulla fuoriuscita del Belpaese dalla Ue?. Non sarebbe una cattiva idea. E lo fanno gli inglesi perché non possiamo farlo anche noi?

Marco Ilapi, 9 marzo 2016

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2011: il gioco sporco di Re Giorgio Napolitano

"Merkel e Sarkozy, che evidentemente non tolleravano scuse sull'attuale situazione difficile dell'Italia, hanno fatto pressioni sul primo ministro affinché annunciasse forti e concrete misure e affinché le applicassero in modo da dimostrare che il suo governo è serio sul problema del debito". Vi prego di notare quel "non tolleravano scuse". L'editoriale di Lucia Annuziata sul sito www,huffingtonpost.it.

Napolitano ammette di avere contribuito a far fuori Berlusconi nel 2011

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