Raoul Dufy, il pittore della gioia

Raoul Dufy, il pittore della gioia

Oltre l’Impressionismo, sulla strada di Cezanne per giungere ad un colore che diventa luce. Le pennellate di Raoul Dufy dipingono il mondo cogliendone la  musica interiore. Osservando uno dei suoi dipinti L’aperitif, vediamo i corpi  galleggiare dentro “bolle di sapone”, a volte invece assomigliano più a solidi geometrici che hanno perso la fissità dei contorni e si incontrano con gli  elementi naturali. Come mossi dal vento, insieme ad  essi eseguono movimenti di danza e si assapora un senso panico della Natura che soffia tutt’intorno il suo respiro. Da oggi si ammirano a Roma, a Palazzo Cipolla, le opere dell’artista francese dopo quarant’anni dalla sua prima esposizione nella capitale. Essa è un’antologica che comprende centosessanta sue creazioni tra dipinti, disegni, ceramiche e tessuti provenienti da rinomate collezioni francesi, pubbliche e private - come il Musée d’Art Moderne de Paris che conserva di Dufy una delle più ricche collezioni, il Centre Pompidou, Palais Galliera, la Bibliothèque Forney e la Bibliothèque littéraire Jacques Doucet insieme al Musée de la Loire, Musée des Tissus et des Arts Décoratifs di Lione, il Musée des Beaux-Arts Jules Chéret di Nizza e al Musée Royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles. Essa  rimarrà visibile  fino al 26 febbraio 2023.  Dufy che nacque a Le Havre nel 1877, dopo la conoscenza degli impressionisti, in particolare di Monet e Pissarro, fu attratto dalle nuove ricerche  dei Fauves. La vista del dipinto Lusso, calma e voluttà di Matisse, il principale esponente di quella corrente pittorica, diede nuove motivazioni alla sua pittura e lo fece allontanare dal realismo degli impressionisti. La fonte della creazione diventa ora l’immaginazione  che si nutre dell’emozione del pittore. Quando negli anni 1907-1908 il gusto della sperimentazione e lo studio delle opere di Cezanne, morto in quegli anni e già diventato mito, lo conducono assieme a Braque negli stessi luoghi un tempo da lui frequentati, la sua arte acquista  maggiore essenzialità. La gamma cromatica a volte  sceglie pochi colori, i verdi e gli ocra, ma in molte opere non abbandona gli elementi decorativi, vegetali ed architettonici che  attribuiscono alle sue creazioni un senso di levità  che pare nascere dalla  consapevolezza  del muoversi con piacere fra le forme pittoriche. Nella Grande bagnante, come nelle vedute di Parigi e di le Havre, il disegno geometrico che traduce il reale, di matrice cezanniana, rimane la maggiore ispirazione, ma nei paesaggi provenzali dipinti ad olio e ad acquarello, realizzati alla fine del primo decennio del Novecento, le ampie campiture che si definiscono come luce-colore, segnano la nuova cifra grafica distintiva di Dufy. Egli fu anche  scenografo e disegnatore. Su richiesta di Apollinaire e con la sua collaborazione illustra, Le Bestiaire ou Cortège d’Orphé dove ricevette linfa per le sue invenzioni dai bestiari medievali e arricchì le immagini dei contrasti tra il bianco e il nero. Il Bestiaire rivela allo stilista Paul Poiret il talento di Dufy. Per lui ideò numerosi stampati destinati alla moda e all’arredamento. Trasponendo la tecnica della xilografia in ambito tessile disegna motivi floreali su preziosi tessuti di seta, raso e velluto  e collabora nel 1911 all’organizzazione della festa ispirata alle Mille e una notte, svoltasi nell’abitazione dello stilista. Quel successo gli permette  di essere assunto dalla seteria lionese Bianchini-Férier fino al 1928. Le sue creazioni mostrano allora  i suoi soggetti prediletti quali sono i fiori, primo fra tutti la rosa, che formano arabeschi ornamentali dalle vivaci armonie cromatiche. Poi ci sono gli animali esotici: elefanti, tigri, tartarughe, pappagalli, uccelli del paradiso e  le farfalle. E non potevano mancare il mare e le divinità mitologiche. Secondo l’artista: In nessun altro campo come sui tessuti si percepiscono con la stessa evidenza i fenomeni ottici prodotti da linee e colori che danno vita a una sorta di melodia piacevole da ascoltare. Grazie a Poiret e a Bianchini-Férier, ho potuto porre in relazione arte e decorazione e soprattutto dimostrare che la decorazione e la pittura si dissetano alla stessa fonte.  Nadia Chalbi responsabile delle mostre e delle collezioni del Musée d’Art Moderne de Paris commenta nel catalogo edito da Skira, le opere comprese nella sezione moda e decorazione: di grande qualità e creatività, le sue decorazioni – i cui progetti a gouache e ad acquarello sono opere a sé stanti – sono pienamente in linea con la corrente art déco e contribuiscono allo sviluppo dello stile di Dufy, frutto di un eccezionale amalgama tra arte pittorica e decorativa, sfruttato con gli stessi eccellenti risultati nell’ambito della ceramica, dell’arazzo, dell’arredamento, della pittura murale e della scenografia: Nella primavera del 1922, Raoul Dufy viaggia per l’Italia, visitando Firenze, Roma, Napoli e soprattutto  la Sicilia. Questa isola per lui ha il fascino di un paesaggio abitato da dei e ninfe che gli ricorda le atmosfere bucoliche virgiliane. Nascono i dipinti in cui egli trasferisce la sua nuova visione dei colori, favorita dalla conoscenza della luce mediterranea e dallo studio di nuovi rapporti tra di essi per giungere a quello che egli definisce “colore-luce”. Nella prospettiva privilegia la visione dall’alto e gli elementi del paesaggio acquistano dimensioni proporzionali a quella stimate dal pittore. Il grano, le marine, le corse e i cavalli, musica e teatro con la figura di Arlecchino, fiori e bouquet e infine atelier e modelle rappresentano il vastissimo repertorio d’invenzione dell’artista d’oltralpe. La mostra, promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale per volontà del suo Presidente Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, è stata realizzata da Poema con il supporto organizzativo di Comediarting e Arthemisia. Ideata dal Musée d’Art Moderne de Paris è stata  curata da Sophie Krebs con il contributo di Nadia Chalbi.

                                                                                          Patrizia Lazzarin,14 ottobre

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