Lettera a una Signora sull'Ucraina

  • Pubblicato in Esteri

       Gentile signora, Lei mi ha scritto  a proposito dell’Ucraina e di quanto vado dicendo in proposito in vari articoli. Mi scrive di essere inorridita per l’invasione in corso, per  le perdite di vite umane  e che bisognerebbe “uccidere” Putin. Non è l’unica che lo afferma. Mi dispiace dirLe che Lei non è in buona compagnia.

      Non dubito della Sua buona fede e so che Lei non fa parte del coro degli invasati, degli imbecilli, degli ipocriti e dei lacchè che si agitano in questo teatro di mistificazioni e di marionette, i cui fili sono tenuti da un burattinaio oltre Atlantico. Sta emergendo l’animalesco spirito del branco, che ha bisogno di capri espiatori e di paria, un razzismo strisciante e neanche tanto tacito. Lo testimoniano affermazioni tipo quella del funzionario ucraino che dichiara alla BBC: “Europei con i capelli biondi e gli occhi celesti vengono uccisi”. Un nuovo Rosenberg? E la petulante e sussiegosa BBC, che giornalmente si vanta che “I Grandi del mondo parlano con noi”, se ne sta zitta.  E che dire della Presidente della UE, secondo cui “l’Ucraina è una di noi”? Come dire che tutti gli altri sono incivili. Si potrebbero aggiungere altri esempi. Il clima ricorda irresistibilmente quello del nazismo in ascesa.

       Al coro di condanne vocali e sanzioni economiche si uniscono ora anche le tech corporations, che fanno quindi le sante pur non pagando le tasse. Senza menzionare ineffabili entità come Facebook o Twitter, che stanno trasformando il mondo in un pollaio e un ovile, oppure le torme di scalmanati pronti a fare i Rambo in Ucraina contro i cattivi Russi. Ci sarebbe da ridere, se il tutto non fosse una delirante paranoia.

      Ma proprio per questo le Sue affermazioni sono preoccupanti, perché esemplificano fino a che punto l’attuale stravolgimento dei fatti e la miopia stanno coinvolgendo anche persone tranquille e animate da buoni propositi come Lei.

     Nella Sua lettera si accenna solo di sfuggita all’espansione della NATO e al fatto  che è stata “un errore”. E’ convinta che gli Stati Uniti  non “dovrebbero fare il gendarme del mondo” ma che almeno “sono una democrazia”.

     In altre parole, anche Lei dà per scontata l’esistenza di un organismo che ne ha combinate di tutti i colori negli ultimi decenni. Si è chiesta come mai la NATO sia così preziosa per gli Stati Uniti e perché essi continuino ad usare un lessico preistorico punteggiato da “l’Occidente” e “gli Alleati”? La ragione è semplice: in questo modo possono compiere invasioni spalleggiate. Una mefistofelica mimetizzazione…Hanno imparato dalla Corea e dal Vietnam, dove agivano troppo da soli. Le azioni di gruppo legittimano. 

     Del resto, sulla fisiologica aggressività di questo organismo psuedo-pacifista non ci sono dubbi già a livello europeo. Se così non fosse, non si capisce perchè ancora esiste, anche dopo la scomparsa dell’Unione sovietica, e perché i suoi membri siano passati dai 12 iniziali agli attuali 30. Rimane il fatto che col comodo cappellino di gruppo della NATO gli Stati Uniti hanno impunemente e criminalmente effettuato invasioni in Afghanistan, Libya, Iraq e Yemen, che sono costate milioni di morti. Una barbarie e una vergogna di cui tutti ora si dimenticano.

       Certo, anche i Sovietici invasero a suo tempo l’Afghanistan, ma fu un’invasione che essi per primi pagarono cara e che non a caso coincise quasi con la caduta dell’Unione Sovietica. La NATO non ha pagato caro per le sue imprese di supposto salvataggio e anzi si è espansa. Le sue “missioni di pace” (!) sono al contrario costate milioni di vite (degli altri).

       Lei non mi ha citato questi eventi, che pullulano di cadaveri di civili, di bambini, di profughi. Non mi ha infatti detto, per esempio, che bisognerebbe uccidere un Bush di turno, reo dei massacri in Iraq. Non dovrebbe dire le stesse cose anche per costui? Ma lui adesso fa il pittore.. E che dire delle guerre di Obama e della farsa del premio Nobel a lui conferito?

       Del resto, se gli Stati Uniti fossero la mite democrazia di cui Lei parla, come mai il Paese è teatro di continue stragi, di inaudite brutalità nei confronti dei negri e il cinema americano diffonde pellicole dove regna sovrana la violenza? La violenza così spesso scaricata all’estero nasce in casa. E come mai vanta decine di milioni di poveri? Come mai in tale supposta democrazia – la famigerata ma falsa “opportunità per tutti” -  la forbice fra ricchi e poveri continua a crescere ? Come mai il suo budget militare è pari al PNL di uno Stato come la Turchia, oppure della Grecia, del Portogallo e della Repubblica Ceca messe insieme, oppure del Sud Africa, dell’Algeria, del Marocco, del Kenya, del Marocco e dell’Etiopia messe insieme? Che se ne fanno di tante armi? Perchè i maggiordomi europei degli Stati Uniti non parlano mai del complesso Militare-Industriale che governa gli Stati Uniti?

      Mi creda, ci sono buoni motivi per dubitare della presunta innocenza e del candore democratico di tale nazione. L'anti-americanismo è l'accusa tipica dei pigri mentali, degli ipocriti e degli ignoranti.

      Del resto, chi di fronte a simili critiche se ne esce con le trite accuse di anti-americanismo, ha quasi sempre una scarsa conoscenza di quel Paese e magari non ha mai assistito a una sessione del Congresso; non sa dove sta il Dakota e a chi fu rapinato; non sa o fa finta di non sapere che tutti gli Stati della costa occidentale degli Stati Uniti erano prima territorio messicano (quindi invasi e occupati con la forza); che gli Stati Uniti inviarono nel XIX secolo le cannoniere (il Commodoro Perry) in Giappone per costringerlo ad aprire le frontiere commerciali e poi ai primi del 1900 altre nuovamente in Marocco come ginnastica mediterranea… Gli Stati Uniti uscirono dalla crisi del 1929 grazie alla mobilitazione totale nella II Guerra Mondiale. Una manna. La vittoria in Europa nel 1945 fu la definitiva iniezione di droga paranoica. Da quel momento in poi, anziché dedicarsi con maggior impeto e risorse alle ricerche spaziali, vero futuro dell’umanità, essi  si sono assunti il ruolo del ficcanaso e destabilizzatore planetario (eufemisticamente chiamato “gendarme”). Sia i Repubblicani che i Democratici, e quindi entrambi gli schieramenti politici, si sono sempre trovati curiosamente uniti nel portare avanti il suddetto ruolo, da Nixon a Bush, a Clinton e ad Obama. Come dire che non è una questione di uomini ma di clima nazionale. Ovviamente, come un George Kennan o un Noam Chomsky insegnano, non tutti gli Americani soffrono di tale paranoia, ma sono una sparuta minoranza. Ancora di queste ore un inviato speciale americano si sente in dovere di ammonire Pechino a non fornire armi ai Russi perchè altrimenti "ci saranno conseguenze". Incredibile. Tanta è l'arroganza che gli Stati Uniti non si rendono conto di essere ridicoli.

      Questo, per dirLe che la questione ucraina è solo un episodio di una vicenda di gran lunga più ampia, cosa che i più fanno finta di non capire.

       E’ in tale più ampio contesto che va letta la sciagurata situazione attuale, provocata e stimolata, anno per anno e giorno per giorno dall’insana e miope russo-fobia americana che ha spinto un Putin di turno con le spalle al muro, mentre la Cina stava e sta a guardare. Una colossale malafede, miopia, smania di protagonismo.

      E’ facile e ovvio dire che la guerra non si fa e che bisogna sedersi al tavolo, ma i primi a non sedersi al tavolo sono stati gli Europei, gli Stati Uniti e la stessa Ucraina, che ora sta pagando, nel male e nel bene, il prezzo delle sue reiterate richieste d’ingresso nella NATO e continua imperterrita a richiedere una catastrofica no-fly zone. L’invasione russa era la prevedibile (e prevista) risposta a tali richieste. Ha solo preceduto la futura istallazione di missili NATO anche in Ucraina, così come è avvenuto in Romania e Polonia. Tutti questi morti inutili, queste distruzioni sono materialmente opera dei Russi e sono sicuramente deplorabili, ma altri sono gli autori "morali". Siedono a Washington e a Bruxelles e fanno gli agnelli e gli innocenti.Ma nessuno o pochi lo dicono. Lei non lo fa.

      Con tutto il rispetto per i morti attuali, difficile dunque scagliare la prima pietra e ingiusto addossare le colpe a un uomo solo. Si ricorda come avevano reagito gli Americani con i missili sovietici a Cuba? Assieme al burattinaio americano e agli scialbi e servizievoli leader (alias maggiordomi) europei, anche i dirigenti ucraini non sono meno colpevoli dei Russi che li hanno invasi. Solo degli irresponsabili e degli incompetenti potevano ignorare che la richiesta di ingresso nella NATO era un palese atto di ostilità nei confronti della Russia. Era meglio se Zelensky si occupava di altre faccende piuttosto che di politica. E’ il colmo che solo ora ammetta di abbandonare il proposito di entrare nella NATO. Non poteva pensarci molti mesi fa e sedersi a discutere civilmente con Putin? 

       E’ difficile prevedere lo sviluppo di questa guerra in cui a rimetterci non saranno gli Americani ma gli Ucraini, gli Europei e i Russi. Né Ucraini né Americani hanno fatto il minimo sforzo (e continuano a non farlo)  per riconoscere le esigenze di sicurezza reciproca della Russia. Anzi, non potendo invadere essi stessi la Russia, come sono soliti fare  - i Russi hanno un arsenale atomico - con cocciuta determinazione gli Stati Uniti continuano a soffiare nel fuoco di questo conflitto per interposta persona, rifornendo di armi l’Ucraina, così come fa il pittoresco (un eufemismo) Boris Johnson, che gli Inglesi – non si capisce come - continuano ad accettare come primo Ministro. Sembra che gli uomini politici degli ultimi decenni siano un parto sfortunato. Sfrontati seminatori di disastri, opportunisti, abili conferenzieri e pronti a defilarsi al momento della bufera oppure scialbi, succubi, senz'arte nè parte.

      Insomma, cara Signora, il problema non è Vladimir Putin, che Lei vorrebbe eliminare. Molto verosimilmente, anche un altro avrebbe reagito allo stesso modo, inclusi gli Americani se si fossero trovati nelle stesse condizioni. Il vero problema di fondo non è la contingente crisi ucraina ma la pretesa degli Stati Uniti di ficcare il naso dappertutto e in particolare la loro paranoica russo-fobia che ora sta dilagando nel mondo come un’infezione. Gli scriteriati del momento, specialmente in Europa ma non solo, farebbero bene a riflettere sui loro invii di armi all’Ucraina, sul potenziamento di uomini e mezzi militari nei Paesi NATO limitrofi, sugli effetti delle sfrenate e isteriche sanzioni scatenate nei confronti della Russia. La loro dabbenaggine e irresponsabilità sono – incredibile ma vero - addirittura superiori  al loro servilismo. Dovrebbero consultare un aborigeno australiano esperto di boomerang. I contro-effetti di questa frenesia collettiva rischiano di essere più devastanti di quanto i più suppongono.

Antonello Catani, 14 marzo 2022

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