Goya. La ribellione della ragione

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Le sale di Palazzo Reale a Milano si aprono oggi per permettere al pubblico dei visitatori di ammirare la ratio creatrice e la capacità inventiva del pittore spagnolo Francisco Goya. Già si contano 30.000 prenotazioni on line per una rassegna dedicata ad un artista della terra ispanica che ha saputo rivoluzionare il linguaggio dell’arte pittorica.  Abbiamo l’opportunità di conoscerlo in maniera più approfondita grazie alla concorde e proficua collaborazione fra il Comune di Milano, l’Ambasciata spagnola in Italia, la Direzione di Palazzo Reale e 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE. La rassegna su Goya nasce con la collaborazione della Real Academia de Bellas Artes de San Fernando di Madrid, dell’Ente del Turismo Spagnolo e dell’Istituto Cervantes di Milano.

Il Colosso, quest’opera che fece scalpore, quando si tentò  nel 2009 di rimuovere dal catalogo dell’artista, e che è stata oggetto di  diverse interpretazioni, potrebbe esprimere nella sua drammaticità la capacita  dell’arte del pittore di diventare denuncia e ancora  sentimento di un uomo che soffre la tormentata epoca storica in cui vive, satura di cambiamenti politici, sociali e culturali. Il curatore della mostra, il Professor Victor Nieto Alcaide, Delegato Accademico del Museo, Calcografia e Mostre della Real Academia de Bellas Artes de San Fernando a Madrid, ha suggerito nella considerazione di questa rassegna una lettura non prettamente cronologica, ma ideologica.

L’artista spagnolo, nonostante sia stato primo pittore di corte  e direttore della Real Accademia di San Fernando, apre  alla modernità sia attraverso i temi, sia nello stile. La sua espressività che si matura nel dibattito con una cerchia di intellettuali amici, su questioni ideologiche e contemporanee, quali la Rivoluzione francese e i successivi avvenimenti che hanno visto l’ascesa di Napoleone e la sua invasione della Spagna,  evidenzia una spontaneità nel racconto pittorico non consueta e che fluisce con grande naturalezza. Nei ritratti, gli illuministi spagnoli come il nipotino Mariano, sono immortalati dal pittore cogliendone un momento di intimità nello svolgimento di attività che li caratterizzano che, nel caso del bambino, è la musica.

 In contrapposizione alle regole del “bello”, anche il brutto diventa una categoria estetica in Goya. Le opere della serie Juegos de niños, ossia i giochi di ragazzi, i capolavori che vediamo in rassegna, sono una narrazione partecipata degli umili e dei bambini. Nei dipinti e acqueforti che hanno per tema la tauromachia si rivela  il pensiero critico dell’artista spagnolo verso lo spettacolo cruento della corrida che prevede l’uccisione del toro. Egli prende le parti delle vittime e dei vinti, come nel caso del cavallo che nel combattimento muore sempre e fa questo  con l’intento esplicito di  condannare ogni violenza.

Francisco Goya fu anche uno dei primi pittori a lasciare spazio alla propria creatività realizzando opere senza committenti. Lo esemplificano I Capricci e I Proverbi, visibili in mostra  con le rarissime matrici di rame che possiamo osservare nella loro precisione e in tutta la loro bellezza grazie all’imponente restauro terminato da poco. Le Pinturas Negras, dipinte nella sua abitazione La Quinta del Sordo, toccano il vertice della sua pittura radicale e rivoluzionaria, completamente libera da ogni committenza. Le incisioni I disastri della guerra che vedono la luce fra il 1810 e il 1814 mostrano gli orrori dei combattimenti e gli atti di crudeltà di un conflitto che vede per la prima volta in Spagna la partecipazione del popolo. Le sue immagini sono un documento antibellicista: una cronaca delle crudeltà perpetrate da entrambe le parti, quella francese e quella spagnola. Con o senza ragione è in modo emblematico il titolo di una di esse.

Nelle opere che egli esegue nella propria casa, la Quinta del Sordo, l’artista si sente completamente libero dopo aver raggiunto ormai una solida posizione economica. Qui nelle pitture nere il colore viene prima del disegno e permette all’immaginazione dell’artista di esprimersi senza impedimenti. Egli sviluppa una propria iconografia che è anche un programma di pensiero. Si condanna, ad esempio, l’insegnamento basato sul terrore, e le lastre a tema asinino denunciano l’ignoranza degli insegnanti e criticano i metodi punitivi e non educativi adottati. L’immagine Uomini nei sacchi ancora irride ai pregiudizi e all’orgoglio che impedisce di vedere la verità.

A tredici anni di distanza dalla prima mostra su Goya a Palazzo Reale, spiega il Direttore dell’istituzione, Domenico Piraina, quella attuale si concentra sul suo processo creativo con l’obiettivo di capire il percorso delle sue stagioni artistiche ... Egli infatti è un unicum perché è un artista che ha intrecciato … una linea ufficiale, frutto della committenza, e l’altra confidenziale, libera da qualsiasi sollecitazione esterna.                  

Patrizia Lazzarin, 31 ottobre 2023

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