Giuseppe Bergomi come un Pascoli contemporaneo

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Nel museo di Santa Giulia, l’antico monastero di età longobarda è in corso una retrospettiva dedicata allo scultore Giuseppe Bergomi, che racchiude il suo lavoro di oltre quarant’anni.

Dal 12 luglio al 1 dicembre 2024 la Fondazione Brescia Musei fa focus su questo artista con una mostra  diffusa tra il Museo di Santa Giulia e il Castello. Essa include 84 opere in terracotta e bronzo realizzate dall’artista nel corso della sua carriera.

Un lessico figurativo quello di Bergomi che appare subito contraddistinto dalla presenza ricorrente di alcune donne. Fanno parte del suo universo privato: figlie, moglie, nipoti … dall’inizio della sua carriera fino ad oggi.  Si può parlare di un’opera che scorre lungo una vita. Partiamo dalla fine, da quella prodigiosa Colazione a Letto presentata, ora per la prima volta, al Museo di Santa Giulia.

Una laica sacralità: un tempo che si è fermato a condensare un momento intimo che vede riuniti nel lettone per il primo pasto della giornata, genitori, nonni e nipotine. Alma è la moglie, anch’essa artista, che spesso vedremo ritratta cogliendo momenti di vita privati, biografici di una Storia che diventa grande, tale perché capace di dare spessore ai valori quotidiani e semplici, ma per questo non meno preziosi, dell’esistenza umana.

 

Colazione a letto è un’opera capace di fermare l’istante. Un’emozione simile  la potremmo cogliere osservando il Sarcofago degli Sposi del Museo Etrusco di Santa Giulia a Roma.

Lo scultore può donare agli spettatori di ogni tempo, attimi della sua vita, come appare fin da subito, a inizio rassegna, mentre osserviamo il quadro di stampo neorealista ricavato da una foto in bianco e nero del 1978. Qui, come nelle altre dodici tele che costituiscono il nucleo della sua prima esposizione al Museo dell’Incisione di Brescia, risalta la sua poetica dedicata agli affetti familiari.

Giuseppe Bergomi nasce a Brescia nel 1953, dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti di Brera, nel ’78 tiene la sua prima personale come pittore nella sua città natale.

Da quella prima rassegna comincerà a tessere relazioni  con alcune delle più importanti gallerie italiane e straniere e otterrà  il consenso della critica più prestigiosa.

 

Geometrie del cuore potrebbe essere anche il titolo che funge da leit motiv nel suo atto creativo. Spazi interiori scolpiti attraverso i  volti definiti  nell’espressione letta negli occhi, nelle labbra, nelle pose e negli atteggiamenti. Una quotidianità che si legge nella sua modernità anche grazie agli oggetti di moda che la definiscono. Una nudità a volte che si stacca dal consueto per trovare un’originalità che si lega all’occasione immediata, alla spontaneità di una posa o di uno sguardo indefinito, come in Nudo orientale con poltrona e cuscino o Naba rannicchiata in poltrona.

 Nel 1992 Jean Clair lo invitò a partecipare al premio istituito dal Centro internazionale d’Arte Contemporanea Château Beychevelle. Per questo evento lo scultore realizzò una grande terracotta raffigurante l’allegoria della Giustizia, con la quale vinse il Grand prix Château Beychevelle 1993. Nel 1996 venne invitato alla XII Quadriennale d’arte di Roma e in tale occasione la Camera dei deputati acquistò una sua opera. L’ anno successivo gli venne conferito il “premio Camera dei deputati” e si inaugurò una esposizione personale a palazzo Montecitorio.

Nel 2000 ha realizzato una grande opera in bronzo per l’acquario di Nagoya in Giappone, “Uomini, delfini, parallelepipedi”. Qui una monumentale balaustra con figure che si affaccia sull’Oceano, di circa 19 mq, raffigura bagnanti di ogni età che guardano al mare o giocano con mani e piedi con l’acqua e con i delfini che saltano verso di loro.

Grazie all’invito di Furio Colombo e Vittorio Sgarbi la sua opera «Valentina in piedi» è entrata  a far parte della collezione permanente di Montecitorio.

Oggi egli vive e lavora a Ome, in provincia di Brescia.

Patrizia Lazzarin, 8 agosto 2024

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