La destra europea vuole farla finita con la democrazia

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Con queste destre nel Vecchio Continente, la democrazia rischia grosso

L’attacco alle culle dell’illuminismo avviene simultaneamente come due fulmini, in Francia e in Gran Bretagna, i Paesi dei diritti, di David Hume e Voltaire, della grande cultura europea (si sta salvando la Germania, alle prese però con quello che sembra un lento declino). Parigi è sotto attacco per le peripezie legate alle Olimpiadi, troppe e troppo clamorose, la Senna è diventata il Lete che porta all’Inferno delle “perversioni” che i benpensanti hanno visto alla inaugurazione dei Giochi: colpire la Francia vuol dire certo colpire Emmanuel Macron, il democratico che ha sconfitto le velleità dei parafascisti francesi, ma soprattutto una storia, una cultura, quell’illuminismo dell’uguaglianza che per la destra è il padre del nichilismo, il nulla che ingoia i popoli, la loro sovranità, la loro terra, il loro Dio. Il commento di Mario Lavia su Linkiesta.

 

 

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Mattarella spegne le aspirazioni trumpiane di Meloni

La Meloni sempre di fronte ad un bivio, deve scegliere da che parte stare

Il Capo dello Stato vuol ben sperare che la presidente del Consiglio non modificherà la politica estera del nostro Paese acconciandosi a fare dell’Italia una cameriera di The Donald e acquiescente nei confronti dei suoi propositi illiberali: ma già formulare un auspicio evidenzia un certo scetticismo di fondo sul fatto che questo auspicio s’inveri. Perché sa bene, il Capo dello Stato, che Meloni ha perso via via autorevolezza, ruolo e autonomia. Il commento di Mario Lavia su Linkiesta.

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Le due maschere di Meloni

La Meloni è rimasta fuori dai giochi delle nomine e adesso?

C’è una commedia di Pirandello intitolata “La signora Morli uno e due”. Se al nome “Morli” sostituiamo “Meloni” abbiamo la fotografia della penosa situazione in cui si trova la presidente del Consiglio italiana a una settimana dalla votazione del Parlamento europeo per la conferma di Ursula von der Leyen come presidente della Commissione europea (...) Il gruppo meloniano, tra l'altro umiliato dai "Patrioti" parafascisti cpitanato da Viktor Orban, con madame Le Pen e Matteo Salvini al seguito, è tenuto ai margini dal grande accordo europeo per la semplice ragione che non si è staccato dalla destra nella quale peraltro è in minoranza. L'operazione dei Conservatori pertanto è risultata come una scorciatoia trasformistica che le tre grandi famiglie democratiche non hanno avuto difficoltà a smascherare, così che il cordone sanitario è scattato anche per loro.Il commento di Mario Lavia su Linkiesta.

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