La crisi della maggioranza sotto gli occhi di tutti

Se il Pd perdesse la Toscana e la Puglia e i Cinquestelle non se li filasse più nessuno, come è probabile che accada nelle regioni dove si vota domenica, che ne sarà del governo Conte che in questi mesi è stato raccontato a ciglio umido come un argine democratico al salvinismo ma che invece ne è l'acceleratore? Il governo del Pd con i Cinquestelle, quando è nato, aveva un senso politico e civile molto preciso: fermare la presa dei pieni poteri di Salvini, evitare l'uscita dall'Europa e rimettere l'Italia sui binari corretti dell'Occidente libero e democratico. (...) Il segretario del Pd era salito al Colle ponendo tre semplici condizioni per far partire il governo Cinquestelle-Pd: no al bis di Conte, abolizione dei decreti sicurezza e no al taglio dei parlamentari. Non ne ha ottenuta nemmeno una, anzi Conte è diventato il fortissimo punto di riferimento di tutti i progressisti, o almeno di quelli di stanza al Nazareno, non è cambiato di una virgola il corso mozzorecchi e assistenzialista intrapreso da Di Maio e Salvini, anzi si è raggirato perché sono state mantenute le misure del Conte 1 come quota cento, decreti sicurezza, reddito di nullafacenza e sono state completate le leggi orrende sulle intercettazioni, sulla prescrizione fino al gran finale di questi giorni della mutilazione del Parlamento in ossequio al primario sentimento anti politico che, in teoria, il Pd avrebbe dovuto fermare.Il commento di Christian Rocca su Linkiesta.

L'alleanza strategica del Pd con il M5S? Un clamosroso flop per Zingaretti

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La democrazia è in pericolo

Il 20 e 21 settembre gli italiani saranno chiamati a votare per il quarto referendum costituzionale della storia repubblicana (2001, 2006 e 2016 i precedenti), certamente il più grottesco e il più pericoloso di sempre perché il tema del quesito non è la modifica dei rapporti tra Stato e Regioni o della seconda parte della Costituzione o del bicameralismo perfetto, tutta roba seria e ragionata, ma il taglio lineare dei parlamentari, da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori, contro il quale in questi tempi impazziti in pochi hanno il coraggio di fare la cosa giusta: intestarsi una nobile battaglia in difesa della politica e delle istituzioni repubblicane, pur sapendo di andare incontro a una disfatta nelle urne. (...) Dietro la scelta demagogica e apparentemente innocua di voler ridurre il personale politico non c'è un'idea di riforma dello Stato né alcunché di elevato, ma soltanto una visione meschina della politica e una volontà punitiva nei confronti della democrazia parlamentare. Casaleggio padre aveva l'obiettivo di sostituire la democrazia rappresentativa con una piattaforma digitale di sua proprietà, l'erede Casaleggio immagina un futuro senza parlamenti e molta blockchain, l'intendenza grillina viola palesemente l'articolo 67 della Costituzione imponendo ai tanti agenti Catarella mandati in Parlamento un vincolo di mandato e di obbedienza al volere della piattaforma, con tanto di contratto e di penali. Il commento di Christian Rocca su Linkiesta.

Referendum, bocciare l'antidemocratica proposta grillina

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Il Pd nella morsa del M5S, è il caso che si dia una svegliata

La mortificazione politica del Pd di Nicola Zingaretti è seconda soltanto a quella subìta da Pierluigi Bersani ai tempi dello streaming con Beppe Grillo, ma con l’aggravante che questa volta c’era, appunto, quel mesto precedente. Crimi non solo non ha spiegato che il movimento di Casaleggio non ha alcuna intenzione di allearsi con il Pd alle regionali, spiegando peraltro che per lui il partito di Zingaretti e quello di Salvini pari sono, confermando una linea politica che solo i dirigenti del Pd non ha ancora compreso, ma prende le distanze anche dall’alleanza strategica di governo e, senza alcun imbarazzo, pure si lamenta che il Pd non stia correndo per sostenere la rielezione di Virginia Raggi a Roma, evidentemente immaginando che il Pd potrebbe essere pronto a questa ulteriore autoflagellazione pur di inseguire i populisti. (...) Fino a quando il Pd intenderà rincorrere Vito Crimi? Fino a quando un partito glorioso che ha retto e salvato il paese negli ultimi dieci anni, evitando la bancarotta cui gli avversari l'avevano destinato, potrà continuare ad accettare i diktat del progetto eversivo di una srl? Il commento di Christian Rocca su Linkiesta.

Zingaretti è evidentemente succube del M5S.

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