Draghi è tranquillo, i partiti no, meno che mai il Pd!
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In poche settimane, grazie al favoloso innesco della crisi del Conte due, siamo passati dall’alleanza di governo tra il Pd sottomesso agli analfabetismi democratici dei Cinquestelle e il leader fortissimo di tutti i progressisti, all’immagine di Conte dietro un tavolino da tarocchi a Chigi, come lo chiama Casalino, ai Cinquestelle scissi, alla destra spaccata, alla sinistra di LeU di lotta e di governo, a Zingaretti, appunto, costretto a dimettersi e non importa se sembrano dimissioni al modo di quei personaggi che nelle commedie all’italiana si assicurano che qualcuno li tenga e poi gridano «tenetemi se no l’ammazzo». Il commento di Christian Rocca su Linkiesta.