Nelle grandi opere ci sono i segreti dell’economia

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Nei grandi libri «tutto sull’economia»

Economia non è la prima parola che associamo a letteratura, tanto meno alla grande letteratura. Gli economisti di professione non si sono occupati, né si occupano, di letteratura; non sono andati a cercare, per studiarle, le dimensioni economiche dei romanzi e delle poesie. Qualche importante economista del passato ha anche scritto alcune pagine in buona prosa, ma non le inseriremmo in nessuna raccolta di testi letterari (...) L'economia è componente essenziale della condizione materiale della gente, è la sostanza della vita concreta delle persone. E così, quando la letteratura ha voluto parlare della vita vera, non ha potuto non incontrare il lavoro, il consumo, il risparmio, le fabbriche, le migrazioni, la cura, gli ospedali, la scuola, i campi, le banche, gli uffici, le tasse. Omero, Virgilio, Esiodo, Isaia parlavano anche di economia. Perché è stato sempre molto difficile, forse impossibile, parlare delle passioni, delle emozioni, della felicità e del dolore senza parlare anche di cose economiche. È il mancato, o insufficiente, dialogo tra economia e letteratura il dato di partenza nel pensare a questo libro, che è un incontro fra un economista accademico e alcuni testi classici, da cui sono nati alcuni primi materiali per una possibile storia letteraria dell'economia. È un dialogo più con i testi che con i loro autori. Il commento del prof. Luigino Bruni su Avvenire.

 

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Agli Usa piace il trattato commerciale Tpp

Il desiderio di effettuare scambi commerciali nasce ogniqualvolta i vantaggi domestici derivanti dall'importazione di un bene (sia esso un prodotto finito o un componente) superano il prezzo pagato – ad esempio, se il bene importato non può essere prodotto a livello nazionale, oppure solamente a un costo più elevato. Come dimostrò due secoli fa l'economista britannico David Ricardo, potrebbe persino essere meglio che un paese importi dei beni che possano essere prodotti a basso costo, se così facendo si consente la produzione di altri beni che sono ancora più economici da produrre. Si innescano una serie di profitti e di economie di scala quando si produce per i mercati globali. L'editoriale di Michael J. Boskin su Il Sole 24 Ore.

Questi trattati commerciali che piacciono agli Usa

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