Baldassarre Castiglione e Raffaello, volti e momenti della vita di corte

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La bella mostra si è aperta ad Urbino, a Palazzo Ducale, Sale del Castellare, il 19 luglio  e potrà essere visitata fino all'1 novembre 2020. Ricreare un’epoca attraverso i suoi miti ed i suoi  ideali, le filosofie e i sogni che l’hanno caratterizzata,  acquisisce sfumature preziose quando si lega al periodo rinascimentale e alle sue corti, alle sue storie di armi e di cavalieri, di dame colte ed eleganti, di arte e bellezza profusa a piene mani nelle opere di architettura, pittura e scultura, in cammei che restituiscono effigi antiche, nella musica  e nei libri  che ci rimandano gli echi di un ideale armonico di vita. Nello stesso anno in cui si Ricreare un’epoca attraverso i suoi miti ed i suoi  ideali, le filosofie e i sogni che l’hanno caratterizzata,  acquisisce sfumature preziose quando si lega al periodo rinascimentale e alle sue corti, alle sue storie di armi e di cavalieri, di dame colte ed eleganti, di arte e bellezza profusa a piene mani nelle opere di architettura, pittura e scultura, in cammei che restituiscono effigi antiche, nella musica  e nei libri  che ci rimandano gli echi di un ideale armonico di vita. Nello stesso anno in cui si celebrano i cinquecento anni della mortedi Raffaello, la rassegna che si è inaugurata nelle Sale del Castellare del Palazzo di Urbino e che reca il titolo: BALDASSARRE CASTIGLIONE E RAFFAELLO, Volti e momenti della vita di corte, è un ritratto, attraverso gli scritti del letterato mantovano, autore del celebre Libro del Cortegiano e grazie ai quadri, agli abiti, alle armi e alle  altre testimonianze del periodo, di gusti ed ideali che animavano allora le corti. L’ambiente descritto è raffinato e di equilibrata eleganza, dove il Cortegiano,  uomo di  grande cultura, esperto di armi, conoscitore delle arti figurative e dotato di buona eloquenza,  si muove a suo agio mostrando quella sprezzatura, che è la capacita di non far vedere lo sforzo che si cela dietro l’arte, ma al contrario, ne fa risaltare  la sua naturalezza.  Il piacere di un dialogo che ha trasformato ora  i suoi stilemi espressivi  e i rapporti fra le persone e che si nutre di  grazia, è il leit motivo  sotterraneo, quasi risorgiva, dell’opera principale di Baldassarre Castiglione. I protagonisti delle conversazioni sono alcune fra le principali figure che gravitano intorno alla corte urbinate: Ludovico di Canossa, Ottaviano e Federico Fregoso, Giuliano de’ Medici, Cesare Gonzaga, Bernardo Dovizi da Bibbiena e il cardinale  Pietro Bembo. Il titolo della mostra affianca i nomi di Raffaello e di Castiglione Ricreare un’epoca attraverso i suoi miti ed i suoi  ideali, le filosofie e i sogni che l’hanno caratterizzata,  acquisisce sfumature preziose quando si lega al periodo rinascimentale e alle sue corti, alle sue storie di armi e di cavalieri, di dame colte ed eleganti, di arte e bellezza profusa a piene mani nelle opere di architettura, pittura e scultura, in cammei che restituiscono effigi antiche, nella musica  e nei libri  che ci rimandano gli echi di un ideale armonico di vita. Nello stesso anno in cui si celebrano i cinquecento anni della mortedi Raffaello, la rassegna che si è inaugurata nelle Sale del Castellare del Palazzo di Urbino e che reca il titolo: BALDASSARRE CASTIGLIONE E RAFFAELLO, Volti e momenti della vita di corte, è un ritratto, attraverso gli scritti del letterato mantovano, autore del celebre Libro del Cortegiano e grazie ai quadri, agli abiti, alle armi e alle  altre testimonianze del periodo, di gusti ed ideali che animavano allora le corti. L’ambiente descritto è raffinato e di equilibrata eleganza, dove il Cortegiano,  uomo di  grande cultura, esperto di armi, conoscitore delle arti figurative e dotato di buona eloquenza,  si muove a suo agio mostrando quella sprezzatura, che è la capacita di non far vedere lo sforzo che si cela dietro l’arte, ma al contrario, ne fa risaltare  la sua naturalezza.  Il piacere di un dialogo che ha trasformato ora  i suoi stilemi espressivi  e i rapporti fra le persone e che si nutre di  grazia, è il leit motivo  sotterraneo, quasi risorgiva, dell’opera principale di Baldassarre Castiglione. I protagonisti delle conversazioni sono alcune fra le principali figure che gravitano intorno alla corte urbinate: Ludovico di Canossa, Ottaviano e Federico Fregoso, Giuliano de’ Medici, Cesare Gonzaga, Bernardo Dovizi da Bibbiena e il cardinale  Pietro Bembo. Il titolo della mostra affianca i nomi di Raffaello e di Castiglione perché entrambi hanno contribuito a creare il grande mito di Urbino e della sua reggia rinascimentale.  L’opera  reca la dedica a Federico da Montefeltro, quel   duca  che aveva  trasformato il palazzo in una residenza maestosa e scenografica  e che spesso associamo nella nostra mente al famoso  Studiolo intarsiato con le rappresentazioni di virtù e valori del principe. Guidano la conversazione la duchessa Elisabetta e la signora Emilia Pio, vedova di un fratello del Duca, mentre il duca Guidubaldo si trova nelle sue stanze, a letto, ammalato.  L’unione spirituale e l’affinità fra il pittore urbinate  e Castiglione è avvertibile già nel  primo  libro del Cortegiano, dove lo scrittore menziona  gli artisti ritenuti ancora nei tempi odierni fra i maggiori, come  Raffaello, Mantegna, Michelangelo, Leonardo da Vinci e Giorgione. Il trattato diviso  in quattro volumi, e pubblicato nel 1528, lascia spazio nel terzo tomo alle donne. Lezioni di letteratura, politica, musica, danza e arte devono essere impartite anche ad esse inaugurando così un nuovo ideale di umanità ma anche una diversa e rinnovata  attenzione al genere femminile. Si possono citare a titolo d’esempio le sue dichiarazioni nel fare  riferimento alle conversazioni della signora Emilia Pio: la qual per esser dotata di così vivo ingegno  e giudicio, come sapete, pareva la maestra di tutti,  e che ognuno da lei pigliasse senno e valore … perché entrambi hanno contribuito a creare il grande mito di Urbino e della sua reggia rinascimentale.  L’opera  reca la dedica a Federico da Montefeltro, quel   duca  che aveva  trasformato il palazzo in una residenza maestosa e scenografica  e che spesso associamo nella nostra mente al famoso  Studiolo intarsiato con le rappresentazioni di virtù e valori del principe. Guidano la conversazione la duchessa Elisabetta e la signora Emilia Pio, vedova di un fratello del Duca, mentre il duca Guidubaldo si trova nelle sue stanze, a letto, ammalato.  L’unione spirituale e l’affinità fra il pittore urbinate  e Castiglione è avvertibile già nel  primo  libro del Cortegiano, dove lo scrittore menziona  gli artisti ritenuti ancora nei tempi odierni fra i maggiori, come  Raffaello, Mantegna, Michelangelo, Leonardo da Vinci e Giorgione. Il trattato diviso  in quattro volumi, e pubblicato nel 1528, lascia spazio nel terzo tomo alle donne. Lezioni di letteratura, politica, musica, danza e arte devono essere impartite anche ad esse inaugurando così un nuovo ideale di umanità ma anche una diversa e rinnovata  attenzione al genere femminile.

Fungono da rimando  in mostra anche le Epistole di Baldassarre Castiglione. Quelle finora raccolte sono 1779 e quelle presenti  ad Urbino hanno la funzione di introdurre temi di fondamentale rilievo e di raccontare Fungono da rimando  in mostra anche le Epistole di Baldassarre Castiglione. Quelle finora raccolte sono 1779 e quelle presenti  ad Urbino hanno la funzione di introdurre temi di fondamentale rilievo e di raccontare gli oggetti esposti. Certamente la lettera scritta assieme a Raffaello, di cui era amico, e indirizzata  a Papa Leone X,  sul patrimonio culturale, è una pietra  miliare nella progressiva consapevolezza della necessità della tutela dei beni storici ed artistici. Nelle medaglie provenienti dal Museo del Bargello di Firenze e dai Musei Reali di Torino riconosciamo  i volti di alcuni dei personaggi che animano maggiormente i dialoghi del Cortegiano: da Isabella d’Este a Francesco II, da Leone X al cardinale Pietro Bembo, dalla duchessa Elisabetta Gonzaga a Emilia Pio e possiamo ricreare così visivamente le discussioni di quella corte. La mostra curata da Vittorio Sgarbi ed Elisabetta Soletti  ci conduce lungo le sale per ammirare i ritratti di donne ed uomini del 500’ dipinti da Raffaello, Tiziano ed altri noti artisti, fra gli abiti indossati nelle feste e  accanto alle armature, nella visione di opere di arte antica e moderna, oggetto di collezionismo: marmi, bronzi, cammei, pietre preziose, medaglie, quadri e specchi e ci invita ad entrare come spettatori consapevoli nella vita di  una corte rinascimentale. L’ultima sezione è riservata ai manoscritti e alle edizioni antiche delle opere di Castiglione, riunite qui in parte, assieme ad alcuni libri, classici e moderni che rivelano le sue numerose letture e la sua poliedrica cultura.

Patrizia Lazzarin, 22 luglio 2020

 

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Arte e genio, il grande Raffaello alle Scuderie del Quirinale

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La mostra  dedicata a Raffaello che apre  oggi i battenti  al pubblico, alle Scuderie del Quirinale,  è un viaggio nella vita dell’artista per cogliere la bellezza della sua pittura, il genio delle sue invenzioni e l’amore che egli nutrì per il mondo classico che  si rivela, come una grande passione capace di permearne l’intera vicenda biografica. Raffaello 1520 – 1483 è un percorso a ritroso in tutti i sensi, che inizia da quel momento ricco d’emozione che segna il commiato, da questa terra, del tanto osannato pittore e architetto della fabbrica di San Pietro, sepolto nel Pantheon, e giunge all’inizio della sua carriera, quando il padre, anche lui  artista, accortosi delle capacità straordinarie del figlio undicenne, lo affida al Perugino. L’efficacia  di questa rassegna  si misura sicuramente nell’accostare le opere ricche di colore dell’urbinate, dove  ammiriamo gli incarnati delle bellissime Madonne  e  dei loro  giocosi bambini, i volti  pensosi dei Papi, dei  cardinali e di letterati famosi, assieme  alla filigrana degli oggetti e degli abiti condensati  in prismi di luce capaci di riflettere gli stati d’animo, alla potenza e all’aurea  magica che si sprigionano dalle antiche testimonianze  del mondo classico greco e romano. Nel rimbalzare ai nostri occhi, questi confronti suggestivi, rivelano, come con una cartina al tornasole, quello che già un trattatista del Cinquecento, Ludovico Dolce, a metà di quel secolo, scriveva: fu tanto ricco d’invenzione che faceva a quattro e sei modi, differenti l’uno dall’altro, un’istoria, e tutti avevano grazia e istavano bene.  Giorgio Vasari, l’autore delle Vite dei più eccellenti, pittori, scultori ed architetti, che coprono un arco di tempo che va dal Trecento al Cinquecento, lo descrive come da subito un pittore divino.  La sua intelligenza e modernità è sicuramente leggibile nella lettera del 1519 scritta a quattro mani, dopo la nomina avvenuta  nel 1513 a Conservatore delle antichità romane, con il noto letterato Baldassarre Castiglione ed indirizzata al Papa Leone X. In essa, che si ammira  in mostra nella versione del prezioso manoscritto dell’Archivio di Stato di Mantova,  si sottolinea la necessita di salvaguardare e di studiare i monumenti antichi contro il dilagante degrado. Un documento che è una pietra miliare nella disciplina della tutela e della  conservazione del patrimonio storico ed artistico e che rivela la comprensione, agli albori del pensiero moderno, della necessità, allora non comunemente condivisa,  di questa azione. Un’installazione multimediale, dedicata alla ricostruzione della pianta di Roma antica e curata da Alessandro Viscogliosi, permetterà di comprendere il significato ed il plusvalore dell’impresa di rilievo archeologico ed architettonico, lasciata interrotta a causa della sua scomparsa improvvisa. Apprezzato ed amato dai suoi contemporanei, morto assai giovane, a soli trentasette anni, attento alle invenzioni dei suoi colleghi come Leonardo da Vinci, Michelangelo e Frà Bartolomeo, progetterà ed eseguirà ad un ritmo vertiginoso, assieme alla sua bottega,  opere che  come diceva ancora nel 1830, il famoso pittore francese, Eugène Delacroix,  emanano un’armonia che incanta. La mostra in corso fino al 2 giugno a Roma, città  nella quale Raffaello  ebbe modo di esprimere  nella pienezza della sua maturità, il suo talento artistico e alla quale deve la  fama destinata a superare i confini temporali, è un’occasione imperdibile per studiosi ed amanti dell’arte di toccare, quasi con mano, la sua grandezza, attraverso centoventi delle sue opere, fra dipinti e disegni, in dialogo con quasi altrettanti manufatti antichi e rinascimentali, sculture, codici, documenti e capolavori di arte decorativa. Le prevendite che hanno già registrato un record di 60.000 richieste provenienti da tutto il mondo sono una testimonianza felice di un progetto che si è avvalso dei prestiti dei maggiori musei italiani, spagnoli, francesi, inglesi, statunitensi ed austriaci. Un programma realizzato grazie alla  collaborazione fra le Scuderie del Quirinale e le Gallerie degli Uffizi e curato da Marzia Faietti e Matteo Lafranconi assieme a  Vincenzo Farinella e Francesco Paolo di Teodoro. Sono chiare   le dichiarazioni di Marzia Faietti: avvicinarsi a Raffaello è una cosa facilissima, e questo perché l’urbinate è autore di un’arte complessa ma allo stesso tempo capace di comunicarsi a tutti. La sua pittura è talmente meditata, ponderata, sublimata, contiene tanti livelli di lettura che ogni osservatore  … ha la possibilità di ammirarla e di ammirarne aspetti e qualità diverse. Le precisazioni di un altro curatore Matteo Lafranconi, Direttore anche delle Scuderie del Quirinale, aggiungono ulteriori significati: si è voluto cercare di restituire, almeno per approssimazione, la qualità, la varietà, la grazia, la cultura e l’intelligenza del pensiero creativo raffaellesco. Un’opportunità unica per Eike Schmidt,  Direttore delle Gallerie degli Uffizi, almeno per questa generazione, per immergersi completamente nel meraviglioso universo dell’arte di Raffaello, raccontato da un percorso inedito, ricco di oltre 200 opere. Ci sono, infatti, dipinti straordinari qui riuniti, entrati nell’immaginario, come la Madonna del Granduca e la Velata delle Gallerie degli Uffizi, o creazioni mai tornate in Italia come la stupenda Madonna d’Alba della National Gallery di Washington, la Madonna della Rosa dal Prado e la Madonna Tempi dalla Alte Pinakothek di Monaco di Baviera. Ci sono i ritratti di Giulio II della National Gallery di Londra  e quello di Giulio de’ Medici con i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi degli Uffizi dove la bellezza del colore si affianca al sapore di una ricostruzione storica e filologica di Papi che hanno segnato un’epoca storica. Percorriamo un viaggio nella mente di Raffaello: nell’ideazione di opere importanti come la decorazione delle Stanze Vaticane, nei disegni dei cartoni degli arazzi con le storie dei Santi Pietro e Paolo per la Cappella Sistina, nella decorazione della Loggia di Psiche per la Farnesina di Agostino Chigi e nei progetti  delle Logge Vaticane. Il bellissimo catalogo della mostra è edito da Skira e nelle quasi cinquecento pagine abbiamo modo di apprezzare l’arte e la scienza di Raffaello e di avvicinarsi ad essa con più consapevolezza.

Patrizia Lazzarin, 5 marzo 2020

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