Le case farmauceutiche ostaggio di Trump?
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Scrive il Financial Times: il “nazionalismo”, applicato ai vaccini, rischia di rallentare la lotta al coronavirus. Lo abbiamo già visto con l’influenza suina del 2009, quando i Paesi più ricchi del mondo quasi si azzuffarono per firmare accordi con le case farmaceutiche, lasciando le nazioni più povere in coda alla lista. L’Australia arrivò a impedire a un’azienda farmaceutica locale di esportare dosi negli Usa fino a quando tutta la popolazione australiana non fosse immunizzata, mentre l’amministrazione Obama diede la priorità alla distribuzione nazionale, in deroga alla propria promessa di donare vaccini ai Paesi più in difficoltà. Il commento di Giulia Belardelli su Huffington Post.
Il vaccino contro il Coronavirus nelle mani di Trump? Un problema per l'Europa