Il Ponte Nord di Parma è un guscio vuoto, senza impianti di riscaldamento e non del tutto adeguato alle normative antincendio – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Michele Alinovi – Per renderlo abitabile e usarlo, ci vorrebbero altri 3 milioni di euro”. Ma prima di pensare ai soldi, c’è la burocrazia. Perché per aprire al pubblico il ponte, occorre una variante urbanistica, un atto del governo per permettere usi permanenti di interesse pubblico sovracomunale all’interno dell’infrastruttura. Una richiesta che Pizzarotti ha già inviato a Roma, prima a Enrico Letta e poi al premier Matteo Renzi, ottenendo in cambio promesse che però non si sono ancora concretizzate. Il via libera, già accordato da Regione e Aipo, sarebbe già dovuto arrivare con il decreto Sblocca Italia, ma nel testo l’opera parmigiana non è stata inclusa. “Non abbiamo chiesto soldi, ma solo l’autorizzazione per sbloccare l’opera – ha spiegato Pizzarotti – Ho parlato con la presidenza del consiglio e ci hanno detto che per ora sono stati presi provvedimenti generici, ma che presto ci saràun decreto attuativo appositamente per il ponte. La speranza è di ottenere il via libera, per non vedere sprecate risorse pagate da tutti”. Così Silvia Bia su Il Fatto Quotidiano.
I soldi sono pochi e questi pochi gettati al vento, Parma insegna