Italicum in Senato, prova del fuoco per il premier

Se la legge passerà così come il premier l'ha immaginata, lo scenario più probabile dopo le prossime elezioni sarà il seguente: il Pd ottiene la maggioranza assoluta, l’opposizione risulta invece divisa e frammentata fra un gran numero di partiti piccoli e medi. Il guaio è che questo, plausibilmente, non sarebbe solo lo scenario della prossima legislatura ma di diverse legislature a venire: un governo monocolore (Pd) con di fronte a sé il nulla, ossia un’opposizione vociante e impotente senza nessuna possibilità di costituire una minaccia elettorale seria per l’esecutivo in carica. Si aggiunga che, con la riforma del Senato, quest’ultimo passerebbe sotto il controllo pressoché totale del Pd, data la sua posizione dominante negli enti locali e regionali. Un editoriale di Angelo Panebianco sul Corriere della Sera.

Italicum in Senato, prima verifica per Renzi

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L'Europa non investe più nella ricerca

L’Accademia europea per la scienza, che raggruppa una parte ampia degli scienziati europei, ha inviato qualche settimana fa una lettera aperta al Parlamento e alla Commissione europea. Gli scienziati protestano contro il piano Juncker di investimenti: al fine di recuperare il denaro necessario, sono stati decisi tagli ingentissimi (di oltre un miliardo di euro) a Orizzonte 2020, il fondo europeo per la scienza. In una situazione, per giunta, in cui la spesa europea per la ricerca scientifica è già oggi di quasi un punto in percentuale al di sotto di quella degli Stati Uniti. La solita protesta corporativa contro i tagli? Non proprio, se si considera che mentre si colpisce la ricerca scientifica non si tocca la Pac, il baraccone protezionista della politica agricola europea. La protesta dell’Accademia contro i tagli Ue alla ricerca segue di poco, peraltro, l’allarme lanciato da diversi scienziati europei contro le prevalenti politiche nazionali: politiche che ormai penalizzano gravemente la ricerca di base (la vera fonte delle nuove conoscenze) a vantaggio della ricerca applicata, la quale sola è passibile di impieghi economici immediati. Così il prof. Angelo Panebianco sul Corriere della Sera.

L'Europa che si dimentica di finanziare la ricerca

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Juncker aggraverà i problemi della Ue

L’Unione andrà in rovina e sarà un guaio per tutti gli europei. Nel lungo periodo, probabilmente, è vero. La consapevolezza di ciò, in teoria, dovrebbe bastare a spingere anche i vincitori del momento, i tedeschi, a rifare qualche conto. Basterebbe da parte loro un po’ di «egoismo illuminato», un egoismo che sappia guardare al di là del breve periodo, per convincerli della necessità di non assistere passivamente alla possibile rovina della casa comune. Ma sappiamo anche che l’egoismo tout court , di breve periodo, la vince di solito sull’egoismo illuminato. Né, naturalmente, si può gettare la croce solo sui tedeschi. L'editoriale di Angelo Panebianco sul Corriere della Sera.

Un incapace alla guida dell'Europa

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