Silvio Berlusconi è la rovina dell'Italia, altro che storie!

Il premier ritiene che facendo approvare la legge bavaglio sulle intercettazioni avrà vita più facile e arriverà sano e salvo fino al 2013. Sbaglia di grosso. Sta assommando errori ad errori. Non riesce, o non sa, o non vuole o non  ne ha le capacità, ad essere il miglior statista che l'Italia abbia mai avuto nei suoi 150 anni di storia. L'ultima riprova è stata l'approvazione in commissione di questa indigeribile legge, che puzza di incostituzionalità (dove va a finire la libertà di stampa sancita dall'art. 21 della nostra Costituzione?). A Berlusconi non gliene importa nulla dell'Italia. Vada pure a rotoli. L'importante è che lui possa continuare a fare i suoi Bunga Bunga con le minorenni (anche se da oggi ci starà un po' più attento e prima di associare qualche graziosa pulzella in quel di Arcore o a Villa Certosa o a Palazzo Grazioli farà chiedere al suo maggiordomo il certificato attestante la data di nascita. Non si ammetteranno più ragazze nate dopo il mese di ottobre del 1992. Bisogna pur cautelarsi, per evitare che un'altra Ilda Boccassini possa spiarlo dal buco della serratura, cioè grazie alle intercettazioni.

Come se questo fosse il problema dell'Italia.

Eppure il Parlamento è impegnato, ormai da anni, in problemi che riguardano gli affari del presidente.

Che squallore!

Il paese intanto va a rotoli. Moody's declassa per l'ennesima volta il debito pubblico italiano. Stiamo peggio della Spagna.

Da anni si aspetta che la maggioranza si occupi di lavoro, di crescita e di sviluppo e questo signore si attarda con la storia delle intercettazioni. Tutti, in Italia, sanno chi è Berlusconi, come ha creato la sua fortuna, con truffe, raggiri e colpi bassi, grazie a sostanziosi aiuti di Bettino Craxi. Lo attestano decine di libri di Marco Travaglio, Giuseppe Fiori e Michele Ruggeri.

Fino all'altro giorno il premier godeva la fiducia degli industriali e di certa intellighenzia di centro destra e anche di area socialista. Oggi lo hanno abbandonato quasi tutti. Gli restano attaccati come l'edera sola Giuliano Ferrara, Vittorio Feltri, Alessandro Sallusti  Maurizio Belpietro.

Non pare un grande successo.

Facesse come Zapatero in quel di Spagna, salverebbe almeno la faccia. Invece... si ostina.

Cadrà e malamente. E con lui noi tutti.

Marco Ilapi - 5 ottobre 2011

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