I conti di governo e Ue sono da rifare

Il governo Meloni alla prova della recessione in arrivi

Il Prodotto interno lordo italiano che chiuderà quest’anno con una crescita del 3,8%, un po’ più delle previsioni, l’anno prossimo si fermerà allo 0,3%. Può darsi che i tecnici di Bruxelles si sbaglino, del resto troppe sono le variabili soprattutto internazionali per impedire che non ci siano errori; tutti noi speriamo che il 2023 non porti una vera recessione, sembra comunque certo che non sarà un anno di crescita e questo complica ancor di più la politica economica del Governo (...) il Governo farebbe bene ad ammettere le sue difficoltà, spiegare bene la situazione agli italiani e agli europei, aprendo a Bruxelles una seria trattativa per aumentare gli spazi nel bilancio pubblico. Un disavanzo del 4,5% come previsto dalla Nadef non sembra abbastanza. Il commento di Stefano Cingolani su il Sussidiario.

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I numeri di Draghi e Franco decisivi per il nuovo Governo

Qualsiasi sia l'esito delle elezioni, bisogna fare scelte precise e agire rapidamente

“Il Governo (dimissionario, ndr) rimane impegnato nel disbrigo degli affari correnti, nell’attuazione delle determinazioni già assunte dal Parlamento e nell’adozione degli atti urgenti (...) Spetta al nuovo Governo riempire il quadro della prossima legge di bilancio di contenuti (...) Se viene mantenuto un limite all'indebitamento pari al 3,9% del prodotto lordo l'anno prossimo, come previsto nel Def, non ci sarà davvero spazio per scostamenti. Il commento di Stefano Cingolani su il Sussidiario.

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I compiti del futuro governo e Pnrr (da modificare?)

Paese in ginocchio, il nuovo governo avrà immani difficoltà

Il congedo di Mario Draghi è stato amaro e combattivo insieme. L’amarezza traspariva chiaramente dal secco “no” a un eventuale nuovo mandato e dall’orgoglioso bilancio degli interventi contro il caro energia. Il Governo ha stanziato 60 miliardi di euro, pari al 3,5% del Pil, la metà dei quali negli ultimi due decreti (...) Dunque, meglio non sperperare le scarse risorse messe in cassaforte dal Tesoro. Ne scrive Stefano Cingolani su il Sussidiario.

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