Senza il sì dell'ex Cav. riforme in bilico

Il premier ha a disposizione due forni aperti peri suoi progetti riformistici: Forza Italia e M5S. Le richieste di questi partiti, però, conducono l'ex sindaco fiorentino lontano. forse troppo. Nell’accordo con Forza Italia, che premia le coalizioni, Berlusconi concede la prossima vittoria elettorale a Renzi in cambio del monopolio dell’opposizione, visto che le forze minori di centrodestra non potrebbero che conferirgli i loro voti. In un eventuale accordo con i nuovi Cinquestelle scongelati alla Di Maio, il ballottaggio sarebbe invece tra i due maggiori 

Riforme, i rischi calcolati di Renzi

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Etihad salverà Alitalia con i soldi degli italiani

Gli arabi conquistano la nostra compagnia di bandiera. L'Alitalia poteva essere già salvata sei anni fa, se non ci avesse messo lo zampino Silvio Berlusconi e anche... Maurizio Lupi. I francesi avevano offerto 3 miliardi di euro ma non se ne fece niente. C’è da dire che se siamo arrivati a questo punto, è anche per colpa di chi nel 2008 impedì il passaggio dell’Alitalia all’Air France.

Caso Alitalia, il ministro Lupi ha la memoria molto corta

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Il centrodestra nuovamente in fibrillazione

Ci risiamo. Silvio è nuovamente nei problemi. E grossi. Non ha ancora capito che deve passare la mano. Non gli è mai venuto in mente che nessuno, in politica, è eterno. Certo, quando il suo partito personale era all’apice del successo, con una maggioranza bulgara, quando aveva il controllo di tutte le reti Rai oltre che le sue, quando si faceva approvare in un baleno leggi ad personam, quando il conflitto di interessi non era un problema (per il suo raggruppamento, non certo per il Paese…), quando il Parlamento, in definitiva, era impegnato a risolvere i suoi guai giudiziari (a prescindere dai casi Noemi, D’Addario, Tarantini, Minetti e Ruby) con magistrali colpi d’accetta sulla magistratura, le prescrizioni abbreviate, lodi Schifani e Alfano, quando ha incominciato a brigare con i suoi delfini, trucidandoli uno dopo l’altro (Follini, Casini, Fini), quando ha preso a sassate pure la Corte Costituzionale (tutti comunisti, i giudici…), ebbene, questi fatti non hanno proprio insegnato nulla a Berlusconi. Che ama solamente gli uomini politici che stanno accanto a lui in posizione supina: gli dicono sempre di sì (sono degli yes men), fanno ciò che lui vuole. Chi osa contraddirlo (e lui di sciocchezze ne ha combinate tante) viene bandito dal suo entourage e tacciato da traditore se non peggio. E’ successo a Gianfranco Fini. E’ successo a Pierferdinando Casini. E’ successo ad Angelino Alfano. Sta per succedere a Raffaele Fitto. L’europarlamentare pugliese ha ragioni da vendere nel protestare per l’incendio che sta avviluppando la Casa di Arcore. C’è davvero un cerchio magico che circonda Silvio. Sarà la Francesca Pascale, la Daniela Santanché, sarà adesso Giovanni Toti, il suo nuovo consigliere politico, chissà… Silvio non vuole accettare la scomparsa dall’empireo della politica italiana che lo ha visto protagonista per un ventennio. Eppure i dati elettorali alle europee non lasciano spazi per interpretazioni diverse: il ciclo del berlusconismo è finito. Bisogna percorrere nuove strade. Se Berlusconi vuole fare il padre nobile, lo faccia, ma si ritiri. Il Parlamento, se vuole riacquistare un briciolo di dignità perduta, faccia una bella legge sulle primarie di partito e non di coalizione. Forza Italia adotti la linea dei democratici: primarie all’americana per le elezioni a sindaco, per la segreteria di qualsiasi partito, in maniera da levare qualsiasi dubbio sulla legittimità di un’elezione. Così si constaterà quale sia la volontà popolare. Altrimenti non se ne esce fuori da questi pasticci. Tra le righe qualcuno nel gruppo dirigente di Forza Italia ha pure affermato che le elezioni europee non le vinte Matteo Renzi ed il suo Pd! E’ clamorosa una simile asserzione (l’ha fatta pure il M5S). Lorsignori si rendono conto che, finito il tempo delle ideologie, gli elettori si sono stancati delle false promesse, mai mantenute e che non hanno più voglia di perdere tempo per andare a votare un partito che, nei fatti, una volta conquistato il potere ne combina di tutti i colori, lascia che l’economia del Paese vada a rotoli, aumenta le tasse e non adotta i provvedimenti indispensabili per invertire la rotta? Si imitino i Paesi le cui economie crescono, che siano la Germania, la Gran Bretagna o gli Stati Uniti. I problemi dell’Italia sono irrisolti per lo meno da un ventennio. Cioè da quando Silvio Berlusconi è disceso in campo per salvare il Paese dai carri armati di Achille Occhetto, Massimo Dì’Alema, Francesco Rutelli e Pierluigi Bersani (gli Stalin d’Italia!!!). Queste considerazioni avranno un qualche significato? Berlusconi sarà pure un grande imprenditore (se non ci fosse stato al suo fianco il capo del governo Bettino Craxi, Silvio non avrebbe realizzato  l’impero mediatico che ha potuto realizzare). Come uomo politico ha sdoganato la destra di governo. Questo è un suo merito. Ma poi Gianfranco Fini lo ha mollato nell’immondizia. Berlusconi faccia l’unica cosa sensata che gli è rimasta: lasci spazio ai Fitto, al sindaco di Pavia e alle nuove leve. Non le coopti più. Se vuol salvare il centrodestra. Altrimenti, Matteo Renzi fagociterà lui e tutte le brave persone che, indubbiamente, sono per il momento presenti anche nel centrodestra.

Marco Ilapi

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