Riforma del Senato, si risparmia o no? E quanto?

Maria Elena Boschi va in giro per l'Italia (e all'estero) sostenendo che i risparmi conseguenti alla riforma costituzionale è di non meno di 500 milioni di euro l'anno. Studi in proposito negano perentoriamente questa cifra. Roberto Perotti, già commissario governativo alla spending review, dimessosi per l'impossibilità di vedere le sue proposte accolte da Renzi (prima di lui si era dimesso Carlo Cottarelli) ha fatto uno studio in proposito. Ecco cosa sostiene sul sito www.lavoce.info: "Circolano le stime più svariate sui risparmi che si otterrebbero se passasse la riforma costituzionale. In questo lavoro stimo un risparmio per il contribuente di 140 milioni due anni dopo l’entrata in vigore della riforma costituzionale, e di 160 milioni a regime. La Tabella 1 sintetizza le fonti di questi risparmi. Come sempre, queste stime sono soggette ad un ampio margine di incertezza. In particolare, la stima di alcuni di questi risparmi si basa su una interpretazione favorevole di alcuni passaggi ambigui "nel testo della riforma. Sotto una interpretazione più restrittiva, i risparmi si ridurrebbero a circa 110 milioni dopo due anni e 130 milioni a regime". La spending review promessa è rimasta solamente... una promessa

Costi della politica, il governo nasconde la vertà

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Il pateracchio della riforma costituzionale renziana

Il nuovo Senato diventerà un'assemblea non eletta dai cittadini e sottrae poteri alle Regioni per consegnarli al governo, mentre scompaiono le Province. Potevano essere trovate altre soluzioni, equilibrate, di modifica dell'assetto istituzionale, ascoltando le osservazioni, le proposte, le critiche emerse perfino nel seno della maggioranza. Si è preferito forzare la mano creando un confuso pasticcio istituzionale, non privo di seri pericoli. La revisione sarà oggetto di referendum popolare nel prossimo autunno, ma la conoscenza in proposito è scarsissima. I cittadini, cui secondo Costituzione appartiene la sovranità, non sono mai stati coinvolti nella discussione. L'appello di molti costituzionalisti per dire "no" a questa pessima riforma che piace al goveorn ma non al Paese.

Renzi, Boschi, Verdini e una pasticciata riforma costituzionale

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Con la nuova Costituzione, tutto il potere a Palazzo Chigi

Riforme vicine al traguardo. Farà tutto la Camera (o quasi). Di fatto, con il varo della riforma, il Senato perde buona parte delle sue prerogative. I nuovi inquilini di Palazzo Madama, per esempio,non voteranno più la fiducia al governo: solo la Camera manterrà la funzione di controllo sull’operato dell’esecutivo e potrà autorizzare a procedere nei confronti di premier e ministri (anche se cessati dalla carica) per i reati commessi nell’esercizio del loro mandato. L'articolo di Antonio Pitoni e Giorgio Velardi su il Fatto Quotidiano.

Riforma costituzionale in dirittura d'arrivo, ai cittadini il referendum

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