Matteo Renzi ha mal digerito la candidatura di Vincenzo De Luca nel Pd campano. Si può dire che l'ha subita, trangugiando amaro. Ha vacillato per settimane, mesi, alla fine ha dovuto accettare il responso delle primarie in terra di Campania. Molti scordano che un candidato a governatore della regione era Luigi Nicolais, successivamente Gennaro Migliore, transfugo dal movimento di Nichi Vendola, Sel. Nelle strane primarie del partito che un tempo era di sinistra, dove votano un po’ tutti e, conseguentemente, il risultato può tranquillamente essere manipolato (e su questo punto ha ragioni da vendere Silvio Berlusconi a non accettarle per Forza Italia). Come si è visto in Liguria, dove per Raffaella Paita hanno votato anche folle di personaggi ascrivibili alla destra. Come era accaduto giusto in Campania nelle precedenti primarie, quando il candidato alla regione era l’europarlamentare Andrea Cozzolino e a votare si erano recati frotte di cinesi, le primarie devono essere regolamentate per legge, per essere attendibili. E non si può parlare di vittoria della democrazia quando a recarsi alle urne sono poche decine di miglia di persone su una popolazione di oltre 5 milioni di abitanti. . Riferisce Panorama: “I giornalisti raccontano di essere riusciti a votare quattro volte, senza esibire documenti, non fanno più notizia. Non è un grande problema neppure il fatto che dei 150.000 votanti, 50.000 siano di Salerno (patria del vincitore De Luca), contro i 65.000 di Napoli e le poche migliaia delle altre province. Questo nonostante Napoli abbia il triplo di abitanti di Salerno. ha vinto le primarie campane proprio chi non avrebbe mai dovuto vincere. Quel Vincenzo De Luca, già sconfitto da Stefano Caldoro (Forza Italia) cinque anni fa, odiato da tutta la nomenklatura campana, ma soprattutto condannato in primo grado, e quindi, per effetto della Legge Severino, incompatibile con la funzione di Governatore”.
Il premier queste cose le sa bene e non avrebbe voluto questo candidato nelle liste Pd, ma, è comprensibile la frenesia di Renzi di voler fare lo schiacciasassi ora e sempre. Indossare le vesti del rottamatore con Vincenzo De Luca proprio non ci sta, stante che l’ex sindaco di Salerno, oltre ad essere stato condannato (per la legge Severino, ineleggibile) è una vecchia, vecchissima volpe della politica salernitana. Però è capace di portare consenso su larghi strati della popolazione della Campania. A Renzi questo preme e della questione morale se ne infischia. Oggi se la prende con la povera Rosy Bindi. Avrebbe dovuto pensarci prima, non candidando De Luca a governatore. Peggio di così non poteva andare. De Luca rischia di vincere le elezioni e il giorno seguente dire “Ciao” alla carica di governatore. A cui tiene moltissimo.
Marco Ilapi