Per battere la crisi occorrono investimenti

L'economia dell'Unione Europea soffre dannatamente. Non sono solo l'Italia, la Francia, la Spagna, il Portogallo o la Grecia (i Paesi del Sud Europa) ad essere in grandi difficoltà. La stessa Germania non sorride più. L'Ue è precipitata in una semi-stagnazione più una semi-deflazione che hanno provocato una semi-stazionarietà che i responsabili delle politiche economiche dell'Eurozona non possono o non vogliono o non sanno cambiare. Per una volta, trascurando le accuse tra Stati, vediamo se si può cercare (forse illusoriamente) una convergenza accettabile anche alla Germania. Politiche incomplete. È infatti difficile convincersi che la Germania, fresca anche delle celebrazioni dei 25 anni della sua riunificazione che non sono solo suo merito, non veda i rischi di un'Eurozona governata esclusivamente da semi-politiche: quella delle riforme strutturali richieste ai singoli Stati membri che però non viene coniugata con gli accordi contrattuali per lasciare margini di bilancio a chi le attua. Così il prof. Alberto Quadrio Curzio su Il Sole 24 Ore.

L'economia Ue ristagna, il Pil ha smesso di crescere

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L'Europa rischia di morire di inedia

L'Unione Europea deve avere regole di bilancio che vanno subito (consensualmente) interpretate con flessibilità avviando nel frattempo la loro riforma per combinare un (efficiente) rigore sulla spesa pubblica corrente degli Stati membri con più discrezionalità sulle spese (certificate) di investimento; quella che richiami Berlino alle sue responsabilità per l'accumulo di surplus eccessivi; quella per il finanziamento con nuovi strumenti di mercato alle infrastrutture secondo i programmi di Europa 2020, delle grandi reti trans-europee e, più di recente, di Juncker. Se queste decisioni saranno adottate, allora lo strappo francese diventerà lo stimolo per "un patto europeo di crescita" per il quale l'Italia deve battersi. Così Alberto Quadrio Curzio su Il Sole 24 Ore.

L'Europa deve cambiare registro, prima che sia troppo tardi

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I dubbi di Amleto-Renzi

La priorità è quella di rilanciare gli investimenti, l'innovazione e l'occupazione, soprattutto quella giovanile. Perché da questa dipende la fiducia nel futuro che a sua volta contribuisce ad un aumento (vero) nella spesa delle famiglie. Per fare questa operazione vanno trovate le risorse e selezionati gli impieghi. Il reperimento delle risorse deve imperniarsi (ma non esaurirsi) sulla spending review (compresa la ristrutturazione delle aziende partecipate dagli enti locali). Così Alberto Quadrio Curzio su Il Sole 24 Ore. 

La strada stretta in cui si è cacciato il premier

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