Il cambio di passo della Merkel

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La Germania ha in qualche modo riscoperto o accentuato la sua dimensione internazionale. Potrebbe accadere proprio ora che i teutonici cambino registro? Per l’impotenza del Parlamento europeo a proporre e imporre ai governi linee innovative? «Se fallisce questo Parlamento, fallisce l’Europa» – possiamo replicare alla nota battuta della Merkel di qualche anno fa a proposito dell’euro. Mi auguro che la cancelliera ci stia pensando e ne sappia trarre le conseguenze. Così Gian Enrico Rusconi su La Stampa.  

Angela si fa più motbida

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L'ambiguità di Angela Merkel può fare danni all'Italia

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I tedeschi dovrebbero rendersi conto di quali e quante difficoltà Matteo Renzi debba superare per realizzare le sue ambizioni. Il Partito democratico ha vinto le elezioni europee con un risultato che ha sbalordito i partner dell’Italia in Europa e ha regalato al suo leader una grande popolarità. Ma una vittoria a Strasburgo non modifica il rapporto delle forze a Roma. Renzi non ha una maggioranza, deve concordare le sue mosse con interlocutori discussi e discutibili, deve combattere su due fronti: quello delle riforme costituzionali e quello delle riforme economico-sociali. Quando i tedeschi pretendono i «fatti» dovrebbero capire che la fine del bicameralismo perfetto e una nuova legge elettorale non sono meno utili, per il futuro del Paese, di quanto siano altre riforme destinate a ridurre la spesa e il debito pubblico. Spesa e debito Così Sergio Romano sul Corriere della Sera.

La luna di miele tra Matteo e Angela è già finita?

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Renzi: "Buba pensi alle sue banche in difficoltà"

Il governatore della Bundesbank Weidmann è sceso in campo, a gamba tesa, interferendo pesantemente sui problemi economico-politici del nostro paese. Ma perché Weidmann si comporta così? Forse rimpiange una Bundesbank regina delle banche centrali europee e non, come ora, solo uno dei componenti del sistema europeo delle banche centrali guidato dalla Bce. Forse è semplicemente d’accordo con il partito anti-euro tedesco, che non è nato per iniziativa di populisti incolti, ma di autorevoli intellettuali come l’economista Hans-Werner Sinn, che è uno dei suoi leader. Persone convinte che la Germania starebbe meglio da sola (o meglio, con solo i suoi satelliti) anche mettendo in conto l’inevitabile rivalutazione che il ritorno al marco comportarebbe. Una linea che l’astuta Merkel non condivide, e si è visto in chi ha più fiducia la maggioranza dei tedeschi. Così Carlo Clericetti su la Repubblica.

Il duello rusticano tra Renzi e Merkel

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