Indebitamento di Atene, Merkel sia più comprensiva

Merkel contro Tsipras, la guerra continua. Oggi si confrontano due diversi principi etici: il primo è quello in base al quale «i debiti vanno pagati e i crediti ottenuti rimborsati»; l'altro riguarda il rifiuto di vessare economicamente, perseguitare, umiliare chi si trova in condizione di bisogno o di disperazione, indipendentemente dalle sue responsabilità. Quale dei due imperativi etici debbono oggi prevalere in Europa è compito della politica dirimere. ... La cancellazione del 50% dei debiti di guerra tedeschi nel 1953 da parte di ben 21 paesi (di cui 14 europei) consentì il successivo formidabile sviluppo economico della Germania. Un editoriale di Vincenzo Visco su Il Sole 24 Ore.

Rimetti a noi i nostri debiti... Facile a dirsi

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Se l'Ue non aiuta Tsipras, Putin in soccorso di Atene

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Con la crisi ucraina in pieno corso, gli Usa non possono permettere un'”entente cordiale” greco-russa con un obiettivo anti-europeo (e anti-americano). Tuttavia, senza un'alternativa per salvarsi la faccia, è probabile che il nuovo governo greco finisca tra le braccia dei russi. Gli Stati Uniti possono fare qualcosa? La risposta è senz'altro affermativa. Oggi l'Europa si trova in un vicolo cieco con il neo-governo greco che ha puntato tutta la sua reputazione sulla rinegoziazione dei diktat della troika e un establishment tedesco ed europeo che non si può permettere alcun cedimento per non pregiudicare irrimediabilmente le riforme economiche ottenute sin qui. In questa situazione, un intermediario deciso a difendere i principi tedeschi e al tempo stesso a facilitare un ammorbidimento dell'attuale posizione economica della troika (magari agevolando il passaggio con qualche piccolo sussidio) potrebbe contribuire molto alla mediazione di un accordo. Come Paese vincitore che ebbe la lungimiranza di abbuonare il debito del Paese sconfitto, gli Usa hanno anche un diritto morale a rivestire quel ruolo. Un editoriale di Lugi Zingales su Il Sole 24 Ore.

L'Europa non riesce a risolvere i suoi problemi

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«Soldi in cambio di riforme», i paradossi Ucraina e Grecia

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«Soldi in cambio di riforme» è stata usata frequentemente, con risultati incerti, nelle aree mondiali di maggior povertà e ora arriva in Europa. Questi precedenti possono non farci piacere ma occorre valutare che i finanziamenti all’Ucraina sono poca cosa se paragonati all’aumento delle spese militari che i Paesi europei della Nato dovrebbero sostenere per un surriscaldamento delle tensioni europee. Questi finanziamenti devono avere come contropartita non solo il cessate il fuoco e il processo di pace ma anche l’avvio di una politica economica che preveda, prima di tutto, la privatizzazione di Naftogas, il colosso energetico ucraino, con oltre 175mila dipendenti, considerato l’epicentro della corruzione in un Paese che nell’indice mondiale di percezione della corruzione calcolato a partire dal Paese meno corrotto occupa il 134esimo posto. 

Apertura all'Ucraina dubbi Ue sul sostegno alla Grecia

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