Il ddl Casellati sul premierato è sarchiaponismo giuridico

Riforme costituzionali, il sarchiaponismo di Giorgia

Il disegno di legge costituzionale attribuito a Maria Elisabetta Alberti Casellati (Viendalmare, no?) è un caso di “sarchiaponismo” giuridico d’inedita e singolare fattura. Vediamo le ragioni (...) I sistemi costituzionali degli ordinamenti liberali – sia pure con tante contaminazioni – hanno un profilo presidenziale o semi presidenziale oppure parlamentare. Il cosiddetto premierato non esiste e in nessun caso – anche nei regimi prettamente presidenziali – viene garantito al capo dell'esecutivo una maggioranza parlamentare precostituita che resta o cade con lui. Nemmeno nel caso del sindaco, le sue dimissioni o la crisi della maggioranza che si è portata appresso comporterebbe sic et simpliciter il ritorno alle elezioni, ma come abbiamo visto in tante occasioni vi sono alternative che a volte vanno avanti per anni. Il commento di Giuliano Cazzola su sito Formiche.

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Su Draghi a Chigi, le lettere al Foglio

Al direttore – “Pochi avranno la grandezza necessaria a piegare la storia, ma ciascuno di noi può operare per modificare una minuscola parte degli eventi e tutte queste azioni formeranno la storia di questa generazione”. Robert Francis Kennedy, Cape Town 1966. Oggi, in Italia, le parole di mio padre Robert Kennedy riecheggiano nell’onda di speranza (Ripple of Hope) rappresentata da tutte quelle persone schierate in prima linea contro un nemico tanto insidioso, quanto invisibile, il Covid-19: sono medici, infermiere e infermieri, forze dell’ordine, militari, addetti alle pulizie e alle sanificazioni, ma anche lavoratrici e lavoratori di tanti comparti, e volontari. Tutti impegnati in una guerra senza sosta per fermare il contagio. La Robert F. Kennedy Human Rights Italia (www.rfkitalia.org), impegnata nella difesa dei diritti umani in Italia, in particolare nelle scuole, ha deciso di dedicare risorse ed energie ad aiutare quegli “angeli” che ogni giorno sono in prima linea per tutti noi. Avremo l’onore di ospitarne alcuni presso la nostra sede di Firenze dove abbiamo 12 stanze. Sono davvero emozionata che la nostra organizzazione potrà in qualche modo essere utile in questa difficile sfida. E per questa ragione abbiamo lanciato una campagna di raccolta fondi per la Protezione civile sia in Italia sia negli Stati Uniti, un ponte ideale tra due paesi uniti nella stessa lotta. “Dobbiamo avere tutti un sogno: il sogno di un mondo migliore, che sapremo costruire attraverso l’amore, l’empatia e il rispetto reciproco”, in queste parole, che ho pronunciato il mese scorso all’Università Cattolica di Piacenza, si racchiudono i valori che l’Italia sta dimostrando al mondo. Per poter partecipare: www.gofundme.com/f/RFK-Italia-per-la-protezione-civile. Kerry Kennedy

Al direttore - Alla vigilia di un cruciale vertice dell’Ue, Mario Draghi scrive un articolo sul Financial Times che segna uno spartiacque sul futuro dell’Europa. Salvo poche eccezioni, la politica italiana lo registra distrattamente e con sospetta pigrizia mentale. Non me ne vogliano il bravo premier Conte e quell’onestissimo uomo che è il presidente Mattarella, ma con la sua mossa l’ex governatore della Bce conferma che è l’unica personalità autorevole che abbiamo in grado di tenere testa alla Germania e ai suoi satelliti. L’idea di un governo di unità nazionale da lui guidato ora non è praticabile, e credo che nemmeno sia nelle sue corde. Tuttavia, se siamo in guerra (come tutti affermano), ci vuole un generale che conosca l’arte della tattica e della strategia militare. Fuor di metafora, nulla osta a che – accanto a quello per l’emergenza sanitaria – venga nominato anche un commissario straordinario per l’emergenza economica, con poteri di trattativa a Bruxelles. Si prenda pure questa proposta solo come una provocazione intellettuale, ma la casa sta bruciando e, quindi, c’è bisogno di pompieri che conoscano bene il loro mestiere. Perché (copyright di Matteo Renzi) non si può morire di coronavirus, ma nemmeno di fame. Michele Magno

Ci sono molti spunti interessanti nel formidabile contributo inviato al Financial Times da Mario Draghi. Ma tra i tanti, quello che dovrebbe far riflettere – oltre al passaggio sul debito – riguarda il passaggio sul lavoro. “La priorità – ha scritto Draghi – non deve essere solo offrire un reddito di base a chi perde il lavoro – spiega. Dobbiamo proteggere la gente dalla perdita del lavoro. Se non lo facciamo emergeremo dalla crisi con una permanente occupazione più bassa”. Anche in tempi di crisi, dunque, la priorità non deve essere spendere tutto ciò che è necessario spendere per sussidiare chi rimane a casa, anche senza lavoro, ma è spendere tutto ciò che è necessario spendere per aiutare chi deve creare lavoro a crearne sempre di più. Un perfetto programma di governo.

Al direttore – Certamente il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, avrebbe potuto spiegarsi meglio, ma non ha fatto delle affermazioni allarmistiche e strampalate, quando ha detto che l’Inps dispone di risorse sufficienti a erogare le pensioni solo fino a maggio. Il sistema pensionistico è finanziato col criterio della ripartizione ovvero le pensioni in essere sono pagate dai contributi prelevati, nello stesso arco temporale, dalla produzione e dal lavoro. In sostanza sono gli attivi di oggi che hanno in carico i pensionati di oggi, essendo i loro versamenti, da lavoratori in attività, serviti a finanziare le pensioni di ieri. Sembra evidente che se si chiudono le fabbriche, si sospende la riscossione dei contributi, il ciclo si interrompe. Ciò non significa che le pensioni non saranno pagate, dal momento che interverrà lo stato – come è suo obbligo – per far fronte alle esigenze di cassa dell’Inps. Al più presto, però, la situazione dovrà normalizzarsi e dovranno tornare a girare le macchine negli opifici. Giuliano Cazzola

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