Spese dei Comuni, la trasparenza che non c'è

Rimborsi anticipazioni di cassa», metà di quanto i Comuni hanno speso nel 2014 per gli stipendi del personale, nove miliardi. Come sono stati impiegati? Non lo sa nessuno, tranne i cassieri municipali. Si tratta infatti di somme loro affidate per pagamenti in contanti dei quali non esistono riscontri immediati. Ci saranno magari il mese successivo, quando si scoprirà se sono stati usati ad esempio per viaggi o formazione professionale. O si capirà, per intuizione, dal rendiconto del bilancio. Ma la classificazione Siope non dice nulla di più. Una follia: la trasparenza esclude zone grigie. Per non dire di altre sovrapposizioni e intrighi che appaiono studiati apposta per non far capire nulla. Ci sono «trasferimenti correnti ad imprese di pubblici servizi» (253 milioni) e poi «trasferimenti correnti ad aziende speciali» (220 milioni), e poi «trasferimenti correnti ad altri enti del settore pubblico» (1,3 miliardi!) e «trasferimenti correnti ad altri» e «trasferimenti in conto capitale ad altri» e «trasferimenti correnti a imprese pubbliche»... Di cosa parliamo? Di cosa? Un editoriale di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera.

Comuni, dubbi inquietanti sulla gestione del pubblico denaro

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Da Renzi promesse di trasparenza: era ora!

Soldipubblici è stato definito "lo youporn di Rizzo e Stella" i giornalisti del Corriere famosi per le loro inchieste sugli sprechi pubblici. E' stato fatto un test, il costo della carta igienica a Roma e Milano, molto diverso, al punto di suscitare una vignetta di Makkox. La trasparenza diventa talk show, ma lo fa a partire da dati veri, non congetture. Anche così rinasce una democrazia. Così Riccardo Luna su Huffinghton Post di Lucia Annunziata.

Soldipubblici, un sito per un po' di trasparenza nella pa

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Grillo torna a casa con le pive nel sacco

Beppe Grillo, nella convinzione che il «suo» movimento potesse prendere voti a destra e a sinistra, tra i padani e i terroni, tra i qualunquisti e i politicizzati al cubo, non si è voluto sporcare nel contrattare con Bersani prima, con Enrico Letta e Matteo Renzi poi. Il M5S è stato un «partito-tutto» contro tutto e tutti. Finché, di sconfitta in sconfitta, non si è accorto che qualcosa, nel rapporto col «suo» popolo, si stava incrinando. Che lui stesso stava smarrendo l’arte superba di saper mischiare insieme la potenza della denuncia e la leggerezza dei toni. Finché arrivò il momento che, in una piazza qualsiasi, si accorse che la solita battuta non tirava più. Capita anche ai clown più ricchi di genio. Ma loro, se vogliono, possono inventarsi un altro numero. Così Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera.

Il fallimento dei rivoluzionari pentastellati

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