Fondazioni e partiti senza controllo dei conti

Ai magistrati che indagano su Mafia capitale Franco Panzironi, ex segretario generale della Nuova Italia di Gianni Alemanno e insieme collaboratore della Alcide De Gasperi di Franco Frattini, ha raccontato che le fondazioni politiche sono un comodo salvadanaio dove gli imprenditori mettono soldi in cambio dell’accesso a un sistema di relazioni. Lungi da chi scrive il voler fare di tutta l’erba un fascio. Ma il problema esiste, e lo sanno bene i partiti. Che però di metterci mano seriamente non ne hanno alcuna intenzione. Un editoriale di Sergio Rizzo sul Corriere della Sera.

I politici e la loro coda di paglia

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Le mani della malavita sul Campidoglio

Quartiere San Lorenzo, sede dell’ Opera Nomadi, la più antica cooperativa sociale a favore dei migranti. Ma il presidente, Massimo Converso, è in Transilvania. Lo chiamiamo al telefono: “E’ terribile – dice – che in Italia si diffonda l’idea che gli immigrati e i rifugiati sono gestiti dalla mafia. Sono calabrese e combatto la mafia da tutta la vita. E’ odioso quello che succede”. Anche la cooperativa “Sorriso”, gli dico, quella del palazzo assediato a Tor Sapienza, fa capo al terribile Buzzi, l’elemosiniere della Mafia Capitale. E poi c’è quell’Odevaine che riusciva a intervenire sul ministero e aumentare il numero degli immigrati assegnati al Lazio. Povero Converso, si sente anche lui assediato: “Mi viene quasi da piangere”. Abituati alla Roma falsaria, quella della Stangata con i biglietti falsi del bus, adesso questa ci sembra Kobane, la città curda sotto assedio. Soffia dal Campidoglio un’aria da Medioriente e da sfascio tribale. Tutti attendono i nuovi avvisi di garanzia come i bramini attendono i prescelti per le pire. Un articolo di Francesco Merlo su La Repubblica.

Mafia nella Capitale, rischio crescita malavitosi

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