Grillo torna a casa con le pive nel sacco

Beppe Grillo, nella convinzione che il «suo» movimento potesse prendere voti a destra e a sinistra, tra i padani e i terroni, tra i qualunquisti e i politicizzati al cubo, non si è voluto sporcare nel contrattare con Bersani prima, con Enrico Letta e Matteo Renzi poi. Il M5S è stato un «partito-tutto» contro tutto e tutti. Finché, di sconfitta in sconfitta, non si è accorto che qualcosa, nel rapporto col «suo» popolo, si stava incrinando. Che lui stesso stava smarrendo l’arte superba di saper mischiare insieme la potenza della denuncia e la leggerezza dei toni. Finché arrivò il momento che, in una piazza qualsiasi, si accorse che la solita battuta non tirava più. Capita anche ai clown più ricchi di genio. Ma loro, se vogliono, possono inventarsi un altro numero. Così Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera.

Il fallimento dei rivoluzionari pentastellati

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