Default banche italiche, tanti i responsabili

Il crollo di una banca può avere molte concause, ma non accade solo per sfortuna, né basta la (spesso vasta) imperizia gestionale; quando non c’è vero dolo, c’è spesso la colpa grave. La prima e maggiore responsabilità pesa perciò su chi ha gestito la banca, in particolar modo su chi ricopre ruoli esecutivi, il consigliere delegato ma non solo. L'editoriale di Salvatore Bragantini sul Corriere della Sera.

La crisi delle banche italiane, non solo colpa dei controllori

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Come parla la gente oggi?

«come parla la gente oggi» (per Flaiano erano i primi Anni 60), si presta al gioco dell’aggiornamento. Alcuni lapsus o strafalcioni accendono la fantasia più bizzarra: «saluti dalle pernici del Monte Bianco», «apriamo una paralisi», «le zucchine mi piacciono trafelate», «in quanto a idee politiche io e lei siamo agli antilopi» eccetera. Altre frasi e sintagmi sono immarcescibili come vecchie conifere: «tu scendi, io parcheggio», «sono tutti ladri», «ho un dolore qui», «autorevole conferma», «la sgradevole sorpresa» e forse anche «hai sempre un bel culo».

Una nuova lingua è nata, l'italiese

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Governo nel caos, l'etica smarrita

Da anni si è allargata un'area dove i "servitori dello Stato" si trasformano in servitori di sé stessi, né onorati, né virtuosi. Si è pensato che questo modo d'essere della politica e dell'amministrazione fosse a costo zero. Si è irriso anzi a chi richiamava quell'articolo e, con qualche arroganza, si è sottolineato come quella fosse una norma senza sanzione. Una logica che ha portato a cancellare la responsabilità politica e a ridurre, fin quasi a farla scomparire, la responsabilità amministrativa. Al posto di disciplina e onore si è insediata l'impunità, e si ripresenta la concezione "di una classe politica che si sente intoccabile". L'editoriale di Stefano Rodotà su la Repubblica.

Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica

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