Un sentire comune: i politici sono tutti uguali

Da qui la disaffezione per la partecipazione alla vita politica da parte dei cittadini. Nell'ultimo ventennio si è affermata un’equazione inconcepibile tra consenso elettorale e impunità: se il popolo mi vota, ancorché delinquente per la legge, la mia legittimazione politica e sociale è inattaccabile. I suoi associati si sono immediatamente adeguati e le istituzioni si sono colmate di banditi. Il successo di questa teoria ha causato uno strabiliante mutamento di costume: la menzogna indifendibile; e tuttavia affermata con assoluta certezza, ripetuta più e più volte, a ogni megafono, interviste, giornali, televisioni. Menzogna così plateale da non poter essere confutata se non con un “non è vero”, altrettanto apodittico ma sostituibile solo con tonnellate di atti e documenti con cui, naturalmente, non è possibile raggiungere l’opinione pubblica.La menzogna è presto diventata la caratteristica più evidente del politico; sicché, sotto questo profilo, non vi è stata più differenza tra loro. Così Bruno Tinti su il Fatto Quotidiano.

Al Quirinale chi non è compromesso

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS

Newsletter

. . . .