L'epidemia non fermerà l'Europa

Prima di assumere l'incarico, cento giorni fa, riflettevo con rispetto sul coraggio che caratterizza spirito e azioni della nuova generazione europea. Ho potuto nuovamente ammirare e ascoltare la sua voce, forte e chiara, quando migliaia di giovani sono scesi in piazza a Bruxelles per invocare azioni urgenti a favore del nostro pianeta. Questa generazione vuole muoversi in fretta - e ha ragione da vendere. Ha ragione perché ci attende una duplice grande transizione, ecologica e digitale. Una duplice transizione che avrà ripercussioni per noi tutti, ovunque viviamo, qualsiasi cosa facciamo, che trasformerà il nostro modo di viaggiare e progettare, di produrre e consumare, e creerà nuove opportunità per gli innovatori, gli imprenditori e l'industria d'Europa.
Stiamo affrontando questa transizione proprio mentre il mondo si fa sempre più agitato e complesso. Le esperienze recenti confermano l'esattezza del modo di dire secondo cui in politica una settimana può essere un periodo di tempo molto lungo. In questi giorni mi sono recata in Grecia e in Bulgaria per rendermi conto in prima persona delle pressioni cui sono sottoposte le nostre frontiere e per testimoniare la solidarietà dell'Europa - sia nello spirito che in forma di sostegno finanziario e tecnico. In questo frangente mi sono resa conto come non mai della necessità di adottare un approccio umano, efficace e globale riguardo alla migrazione. Il giorno precedente mi trovavo nel nostro centro di gestione delle crisi per soppesare una serie di misure attraverso le quali l'Europa può contribuire a mitigare l'impatto del coronavirus.
La volontà di porsi alla testa della duplice transizione in questo mondo in evoluzione è il principio che ispira l'azione della Commissione.
Per quanto riguarda il futuro del nostro pianeta, una politica basata su un'eccessiva cautela sarebbe la più rischiosa di tutte. Ecco perché una delle nostre prime azioni è stata il lancio del Green Deal europeo, il cui fulcro è l'obiettivo di trasformare l'Europa nel primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. Proprio questa settimana abbiamo proposto di trasformare questa forte ambizione in legislazione vincolante.
Dobbiamo muoverci con rapidità, ma dobbiamo anche assicurarci che facendolo non lasceremo indietro nessuno. Sappiamo bene che per qualcuno i cambiamenti saranno più difficoltosi che per altri. È il motivo per cui abbiamo proposto di accantonare 100 miliardi, destinati a garantire una transizione equa per tutti, in particolare per quelli che dovranno compiere uno sforzo più intenso rispetto alla maggior parte di noi. Mettere in primo piano i cittadini e l'equità è l'unico modo per garantire che il Green Deal europeo resista alla prova del tempo. In ultima analisi si tratta di una questione di fiducia, che è anche la parola chiave per il nostro approccio alla transizione digitale.
Se vogliamo che l'Europa sia un leader nel campo digitale, dobbiamo sviluppare le nostre capacità, ma anche varare le nostre leggi. Per competere in tutto il mondo abbiamo bisogno dell'innovazione e delle tecnologie europee. Questo è il cuore della nuova strategia in materia di dati, che ci aiuterà a giocarci le nostre carte migliori incoraggiando le imprese e i governi ad accedere ai "giacimenti" di dati sottoutilizzati e a condividerli. Ci aiuterà inoltre a trarre il massimo beneficio dall'intelligenza artificiale e a valorizzarla in maniera tale da ispirare la fiducia di noi tutti.
Solo giocandoci al meglio le nostre migliori carte e puntando sulla nostra diversità potremo cogliere appieno le opportunità offerte dalla doppia transizione. Il nostro impegno costante è lavorare per l'equità, difendere i nostri valori e occuparci di ciò che sta a cuore ai cittadini. In questa ottica abbiamo già presentato una nuova strategia per la parità di genere e lanciato la prima iniziativa per il piano europeo di lotta contro il cancro.
È proprio vero: in politica una settimana è un lungo periodo. Eppure 100 giorni sono un lasso di tempo appena sufficiente per imprimere una direzione e compiere i primi grandi passi del nostro viaggio. Lungo il cammino non mancheranno gli ostacoli e saremo messi alla prova, come accaduto durante la settimana appena trascorsa, ma dobbiamo sempre ispirarci allo spirito della nuova generazione europea. È il vostro tempo. Il viaggio inizia adesso.

Ursula Von Der Leyen* - La Stampa -7 marzo 2020

*Presidente della Commissione europea 

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Ursula vuole Gentiloni all'Economia

  • Pubblicato in Esteri

Archiviata la stagione dei sovranisti contro l’establishment, l’Unione europea riscopre il conflitto di sempre: falchi contro colombe. Ovvero Stati del centro nord più rigoristi contro Paesi del sud più spendaccioni. La Lega è fuori dal governo, l’Italia è uscita dall’isolamento ed è stata accolta nel tavolo dei Paesi che contano, ma i problemi sono quelli di sempre. Il debito pubblico al 132% del Pil non è sparito e bisogna ancora rispettare i vincoli del Fiscal compact che ci impongono di ridurre il debito di un ventesimo all’anno. Il comento di Andrea Fioravanti su Linkiesta.

Bruxelles, Gentiloni verso gli Affari Economici (Paesi del Nord permettendo)

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Bruxelles cambia registro?

Le sorti del prossimo governo italiano (ancor più se sarà davvero giallo-rosso) dipendono da Ursula. No, non dalla “coalizione Ursula”, ma proprio da lei, la presidente della commissione europea, la democristiana tedesca Ursula von der Leyen (...)  In campo l'ipotesi di ridiscutere e di rivedere tempi, modi, ritmi del fiscal compact, in modo da lasciare più margini di manovra ai paesi che debbono rientrare da un indebitamento eccessivo. E sono davvero tanti. Certo, peggio di tutti stanno la Grecia (181% del pil) e l'Italia (132%) che continuano ad accumulare debiti. Quasi tutti gli altri paesi mostrano una tendenza discendente e sono scesi sotto il 100% (Francia e Spagna sono al 98%) che comunque resta una quota molto alta. Solo la Germania può vantare di essere tornata entro i limiti del trattato di Maastricht con il 60,7% e un avanzo pari all'1,7% del prodotto lordo. L'opinione di Vincenzo Pinto  su Linkiesta.

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