Nello scacchiere mediorientale c'è anche l'Iran

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Il conflitto in Siria in sostegno ad Assad e soprattutto quello in Iraq è percepito come una minaccia ai confini e agli interessi dell'Iran, qui ben più ampi e strategici di quelli della Russia: «Non vogliamo assolutamente che i jihadisti arrivino a 30-40 chilometri dalle nostre frontiere: è la nostra linea rossa», dichiarano i generali dei Pasdaran. Una guerra costata alle casse di Teheran alcuni miliardi dollari, una decina almeno dall'inizio della rivolta siriana del 2011, ma considerati comunque un investimento sulla “mezzaluna sciita”, l'asse confessionale, detto anche della “resistenza”, che passa da Teheran-Baghdad-Damasco-Hezbollah in Libano. Quella dorsale dove gli iraniani avrebbero fatto volentieri correre il loro gasdotto fino ai porti siriani sul Mediterraneo, una delle molte ragioni che avrebbero spinto la Turchia e le monarchie del Golfo a sostenere i jihadisti contro il regime di Damasco. Un editoriale di Alberto Negri su Il Sole 24 Ore.

In Medio Oriente risorge l'Iran

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