Lo storico esodo dei russi innescato da Putin

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Giovani russi non seguono lo Zar Vladimir, anzi scappano dalla Russia

Tra il mezzo milione e il milione di russi sono partiti dall’inizio dell’invasione, scrive il Washington Post «un maremoto sulla scala dell'emigrazione che seguì la rivoluzione bolscevica del 1917 e il crollo dell'Unione Sovietica nel 1991». Non tutti se ne vanno per avversità ideologica alla guerra o per mera paura di rimetterci la pelle. Per molti è mera questione di interessi economici. Ma il risultato comunque quello è. Un fenomeno che è destinato ad accentuarsi, con le previste nuove mobilitazioni e con l'ancora più previsto peggiorare delle condizioni economiche. E che rischia di definire il futuro della Russia per generazioni (...) Chi aveva un'origine ebraica o comunque contatti di quel tipo si è spesso orientato su Israele. I più «creativi» si sono inventati destinazioni come quella già ricordate dell'Argentina, o cose tipo Tailandia o Emirati Arabi Uniti. Il commento di Maurizio Stefanini su Linkiesta.

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La narrazione russofila sulla guerra in Ucraina

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La guerra in Ucraina e le parole-chiave dello zar

Nel Donbass soldati ucraini commettono atti di cannibalismo, denunciò alla Camera il 24 giugno 2014 la portavoce dei Cinque Stelle Marta Grande. Prova, «la foto di un soldato ucraino mentre tiene tra le mani sogghignando in modo ineffabile il braccio semi carbonizzato di una donna». In capo a poche ore, saltò fuori che era il fotogramma di un film di fantascienza di cinque anni prima (...) Come fa l'Ucraina a essere nazista se ha un presidente come Zelensky, che è ebreo? Suo nonno Semyon servì nell'Armata Rossa durante la Seconda guerra mondiale, e tre parenti morirono nell'Olocausto. Il commento di Maurizio Stefanini su Linkiesta.

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Trump, Johnson e C. al tempo del Coronavirus

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"Il pericolo più grande non è il populismo ma la continuità del potere. Ci sono tre “p” che decidono la politica ai nostri tempi. La prima p è appunto il populismo, che promette al popolo qualsiasi cosa. Anche se già si sa che non si potrà mantenere, che sarà molto oneroso o che avrà conseguenze negative: ma comunque il populismo promette. La seconda è è quella della polarizzazione, che peraltro esiste da sempre. L’umanità da sempre conosce divisioni di classe, di idee, religiose, etniche, politiche. Quel che è nuovo è la terza p: la post-verità". L'intervista di Maurizio Stefanini a Moisés Naìm su Linkiesta.

Dal Covid 19 (nato in Cina) al disastro economico che sconvolge l'universo mondo

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