Matteo, da sprinter a maratoneta

Matteo Renzi ha un doppio problema. Da un lato, definire al più presto la qualità e la portata degli interventi, evitando in Parlamento le trappole della sua stessa maggioranza (compreso il Pd sui temi del lavoro), così da avviare sul serio un triennio riformatore che per ora è in buona misura virtuale. Dall'altro, conservare il consenso popolare fino al fatidico 2017. I sondaggi continuano a premiare il presidente del Consiglio anche in virtù dell'assenza totale di competitori credibili. Così Stefano Folli su Il sole 24 Ore. 

I tempi lunghi delle riforme renzane

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Renzi vuole piacere a tutti e, sopratutto, restare a Palazzo Chigi

Al premier Renzi sembra interessare il mostrarsi “dalla parte del popolo”. Per usare le sue parole: “Contro l’Europa delle banche e a favore dell’Europa delle famiglie”. Contro l’establishment che oggi lo tratta con sospetto o, peggio, con dispetto. Ma, come ha sostenuto di recente, su Il Sole 24 Ore , intervistato dal direttore Roberto Napoletano, «è lo stesso che ha portato il Paese in queste condizioni». Mentre lui, lo ha ribadito ieri, alla Festa dell’Unità a Bologna, non accetta lezioni da tecnici della Prima Repubblica. Così Ilvo Diamanti su la Repubblica di Ezio Mauro.

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Renzi snobba gli imprenditori dell'Ambrosetti

Il premier ha riacceso interesse attorno al nostro Paese, non è vero che non contiamo nulla: Eric Schmidt, Google, vuol sempre venire qui da noi. Ora però il premier dovrebbe fare qualche riforma che all’estero riusciamo a spiegare. Se agli americani parlo di flessibilità del lavoro, mi capiscono. Se parlo di bicameralismo perfetto e superamento del Senato, mi guardano con gli occhi sbarrati. Così Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera.

Buca di Renzi a Cernobbio, fastidio del gotha dell'imprenditoria

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