Il Pd di Renzi è il partito più amato dagli italiani

Beppe Grillo con le sue invettive, i suoi insulti, il suo definirsi “oltre Hitler”, il suo appello ai “processi” online ha fatto paura  ai moderati italiani, ecco cosa il comico genovese ha combinato. Gli elettori si sono rifugiati nell'hastag #cambiaverso rassicurante di Renzi. Perché la paura – questa sì, non la speranza – è un’emozione tanto potente e tanto basilare quanto la rabbia. Così Giopvanna Cosenza, docente di semiotica, su Il Fatto Quotidiano.

Perché ha vinto Matteo

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Vince l’Italia che vuole cambiare

Il piatto è servito. Se qualcuno (anzi, per la verità, molti) riteneva che l’occupazione di Palazzo Chigi da parte di Matteo Renzi fosse in qualche modo abusiva ha avuto la risposta da parte dell’elettorato. Era doveroso scalzare un inetto Enrico Letta da capo del governo, perché in nove mesi non aveva partorito un qualche abbozzo di riforma (legge elettorale, istituzionale, sul finanziamento dei partiti, ecc), mentre Renzi (che ha avuto comunque la fiducia del Parlamento), che non è un personaggio alieno, piovuto da Marte , qualcosa ha incominciato ad innovare. Certo, le riforme sono ancora al palo, ma un ramo del Parlamento ha modificato la legge elettorale, la porcata di Calderoli e del centrodestra, l’assetto delle provincie è di molto cambiato, il cosiddetto jobs act ha introdotto novità sul fronte del mercato del lavoro.

Serviva il bagno elettorale? Beh, con l’aver quasi doppiato un protestatario (e basta) Movimento 5 Stelle, l’avere quasi riportato tre volte i voti di Forza Italia di Silvio Berlusconi e ben dieci volte i voti del Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano la dice lunga sulla volontà dell’elettorato italiano di attribuire il proprio consenso all’uomo politico che maggiormente lo ha convinto: Matteo Renzi, l’ex sindaco di Firenze,il rottamatore dei D’Alema, Veltroni, Bersani e Finocchiaro, colui che ha messo nel sacco un redivivo Berlusconi con le sue dentiere per i diseredati, le pensioni di 800 euro al mese alle casalinghe e l’ennesima promessa dell’abolizione dell’Imu!

Il pranzo è servito. Magari Renzi non riuscirà a mantenere tutte le sue promesse (per intanto la promessa di 80 euro al mese ai lavoratori che hanno stipendi tra gli 8 mila ed i 25 mila euro l’anno è stata confermata: sarà pure una mancia elettorale, ma quelle di Berlusconi cosa sono?...)

Ha ragione chi sostiene che il flusso degli elettori che si è recato a votare lo ha fatto perché desidera il cambiamento. Chi ha dato il suo voto al M5S (bisognerebbe ammettere: a Beppe Grillo), chi ha dato il voto a Tsipras, ma anche al partito democratico di Matteo Renzi) lo ha fatto nella convinzione che bisogna cambiare l’Europa e l’Italia. Altre letture non s’intravedono. In Italia non cambierà nulla. Ci sarà la conferma del governo Renzi con il sostegno di Alfano. In Europa ci sarà una grande coalizione tra il partito popolare ed il raggruppamento socialista.

Angela Merkel è servita, l’Europa di domani non sarà più come l’Europa di ieri.

Marco Ilapi

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Matteo Renzi, il keynesiano degli anni 2000

Si critica la politica economica di Renzi definendola con i canoni tradizionali destra/sinistra. E' preferibile concludere che mentre sostiene di essere figlio di Hayek, Renzi subisce il fascino irresistibile di Keynes. Marco Cobianchi, su Panorama, cerca di spiegare come il programma del premier dei primi tre mesi di governo sia discretamente incoerente. Non sembra di sinistra, ma nemmeno di destra. O, se si vuole, un po' di destra e un po' di sinistra.

Renzi nella visione di due grandi economisti del passato

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