Prima sconfitta per Matteo, non sa fare leggi decenti

Sembrava un martello pneumatico, Matteo Renzi. Ringhiava che «il vero capo del governo è la burocrazia». Denunciava l’incubo di «una sabbia mobile che è la burocrazia» dalla quale «o si ha il coraggio di uscire o il Paese è condannato al declino». Definiva quella contro la burocrazia «la madre di tutte le battaglie»… Siamo, purtroppo, condannati all'ergastolo dei commi «36-sexiesdecies» e delle «panie della scepsi»? Pare di sì, a leggere la lettera del ministro della Semplificazione Marianna Madia. Secondo la quale contro i deliri psicopatici del burocratese si può usare solo «una sorta di moral suasion dei ministri nei confronti degli uffici legislativi». Ma come: siamo passati dalla «violenta lotta alla burocrazia» alla soave moral suasion? Auguri. Queste, ed altre, le considerazioni, per la verità assai amare di Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera 

I superburocrati mettono Ko il premier

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Juncker a Bruxelles farà ballare le danze turche, cacciamolo

Il Lussemburgo é il Paese più piccolo dell’Unione europea (dopo Malta) fin dagli anni Sessanta si è trasformato in una piattaforma finanziaria offshore nel cuore del continente. Un rifugio a prova di tasse che per molti investitori si fa preferire anche alla Svizzera. A differenza della Confederazione, infatti, il Lussemburgo fa parte della Ue, con tutti i vantaggi che ne conseguono in termini di libera circolazione dei capitali. I privilegi offerti dal Granducato sono da sempre ben conosciuti a tutti i professionisti del Fisco, gli specialisti del ramo “ottimizzazione tributaria” che muovono miliardi sulla mappa del mondo incrociando norme e regolamenti delle varie legislazioni. «In Lussemburgo ci si può accordare con le autorità fiscali nel tempo di una cena», si legge in un rapporto del centro di ricerche internazionale Tax Justice Network, che a sua volta cita le frasi di un blog che circolava in Rete nel 2010. I documenti portati alla luce nei giorni scorsi non fanno quindi che confermare ciò che da tempo fa parte del senso comune di banchieri, imprenditori e manager. Solo che adesso, di fronte ai dossier pubblicati dai giornali, Juncker difficilmente potrà cavarsela con un’alzata di spalle e poche parole di circostanza come ha sempre fatto in passato. Così Vittorio Malagutti su L'Espresso.

Juncker, inadatto a guidare la Commissione Europea

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La Buona Scuola di Renzi, già 4743 proposte

  • Pubblicato in Cultura

Scuola: i docenti hanno preso “carta e penna” e detto la loro sulla formazione: in vetta alla classifica delle proposte arrivate dai prof, l’idea di un’ora di educazione psico-affettiva che è stata gradita da 321 persone: “Oltre al saper fare e al sapere tout court, non va tralasciato il terzo fulcro: il saper essere. Gli insegnanti saranno interessati da corsi di formazione specifici e gli alunni saranno dotati da un corredo affettivo”. C’è poi chi pensa ai docenti più anziani e chi come Fabio Multineddu vorrebbe un anno sabatico. La questione digitale è sta divisa in tre stanze: “Digital makers”; “Ogni scuola connessa” e “Pensiero computazionale”. Le considerazioni di migliaia di docenti sui quesiti ministeriali su Il Fatto Quotidiano.

Decolla la scuola Renzi-Giannini?

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