L'Europa deve fare i conti con i tanti separatismi

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L'unica soluzione attuale alla crisi degli Stati e allo "status quo" del disordine mondiale, può essere dunque solamente, al di fuori di facili visioni apocalittiche, con la legislatura appena aperta dell'Unione Europea il passaggio da un'unione monetaria ad un'unione politica, attraverso la costituzione di un governo federale democratico europeo, in cui la presenza dei singoli Stati membri ritrovi una sua nuova consistenza, di fronte all'attuale disgregazione delle istituzioni democratiche, rinnovando una politica basata sulla unità culturale dell'Europa del Rinascimento e dell'Illuminismo e non più su una imbelle e autodistruttiva politica orientata a devastanti e ambigui interessi personali e tribali senza futuro. Così Guido Rossi su Il Sole 24 Ore.

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Le assurdità dell'economia mondiale: uno Stato può fallire, una banca no!

Quasi a conferma, intanto, la Bank of America ha raggiunto, al fine di evitare pericolose ignote sanzioni in un giudizio penale, il più rilevante accordo economico (Justice by Deal: la giustizia a contratto) finora mai stipulato con il Dipartimento di Giustizia americano. La somma per l'acquisto dell'immunità è di ben 17 miliardi di dollari, per chiudere e dimenticare l'attività fraudolenta in titoli derivati ipotecari, venduti a caro prezzo senza aver controllato se i debitori originari fossero in grado di ripagare il debito. Ciò nonostante il dividendo trimestrale di Bank of America è nel frattempo aumentato da uno a cinque cents per azione. Più o meno nello stesso giorno, il governo portoghese ha deciso la scissione del Banco Espìrito Santo, in conclamato stato di insolvenza, costituendo un nuovo ente, chiamato "Nuovo Banco", finanziato con un capitale di 4,9 miliardi di euro dei fondi governativi e della Banca Centrale, al quale sono stati assegnati i depositi dei risparmiatori e tutti gli attivi. I debiti invece rimarranno nella bad bank, dallo stesso storico nome, che verrà via via liquidata. Così Guido Rossi su Il Sole 24 Ore.

Le vacche grasse per gli speculatori

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Tagliare le tasse per stimolare la crescita

L'Unione Europea per rivedere una crescita del suo Pil, dal punto di vista tecnico, dovrebbe concedere ad ogni paese membro di tagliare le imposte di un ammontare rilevante (ad esempio del 5% del reddito nazionale), finanziandosi con l'emissione di debito a lungo termine (30 anni), e impegnandosi a ridurre i disavanzi nell'arco di cinque o sei anni, attraverso una combinazione di maggiore crescita e tagli di spesa. Il debito emesso dovrebbe essere acquistato dalla Bce, senza sterilizzarne gli effetti sull'espansione di moneta. Così Guido Tabellini su Il Sole 24 Ore.

L'Europa stenta a ritrovare se stessa

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