Atene sfrontata, pretende l'aiuto dell'Ue

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Nelle stesse ore il primo ministro e il ministro dell’Economia Yanis Varoufakis (che piace tanto alle donne e che molti social tratteggiano come un eroe dei film d’azione americani) consumano la loro missione europea battendo i pugni sui tavoli di Bruxelles. Ma i greci, e soprattutto gli ateniesi, non si stupiscono della loro sfrontatezza. «Il nostro sistema politico non si propone di imitare le leggi di altri popoli: noi non copiamo nessuno, piuttosto siamo noi a costituire un modello per gli altri. Si chiama democrazia, poiché nell’amministrare si qualifica non rispetto ai pochi, ma alla maggioranza»: parole straordinarie. Le ha pronunciate Pericle... Forse che da qualche parte della memoria identitaria questo popolo, per quanto provato, ricorda di aver inventato la democrazia? Un articolo di Carmela Formicola su La Gazzetta del Mezzogiorno.

Uno spaccato della Atene di oggi

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I rischi di un aiuto Bce a Tspras

Se l'Europa  dovesse cedere a molte delle richieste greche, non solo diventerà più difficile “costringere” i Pigs a riformare le rispettive economie, ma diventerà inevitabile che in Spagna e in Italia, ma forse anche in Francia, la tentazione di “fare come la Grecia” finisca per rafforzare i partiti e i movimenti ostili all'euro, alla burocrazia di Bruxelles, alle politiche di austerità. Già oggi si pronostica una vittoria di Podemos in Spagna, ma nulla esclude che l'incendio dilaghi anche in Italia, intorno al movimento Cinque Stelle, o addirittura in Francia, intorno al Front National. Né vale ricordare che l'idea di Europa dei populisti di sinistra è profondamente diversa da quella dei populisti di destra: dopo anni di sacrifici, austerità e stagnazione, l'ostilità verso l'Europa e le sue istituzioni è così forte da rendere plausibili anche gli scenari politici più strampalati. Un editoriale di Luca Ricolfi su Il Sole 24 Ore.

L'Ue di fronte al dramma della Grecia

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Stati Uniti d'Europa unica salvezza per Italia e Grecia

Sembra improcrastinabile la revisione delle istituzioni di Bruxelles. Il significato di questa richiesta è verosimilmente un passo verso l'Unione federata anziché confederata, con le relative cessioni di sovranità da parte degli Stati nazionali. Questa a me sembra la posizione più positiva tra quelle che Tsipras spera di ottenere; non riguarda solo la Grecia e dovrebbe essere quella di tutta l'Unione. Purtroppo non lo è, neppure dell'Italia, ma lo è però della Bce. Può sembrare paradossale che la spinta verso gli Stati Uniti d'Europa venga da un Paese che si trova sull'orlo d'un precipizio e grida anche nelle piazze la propria disperazione. Potrebbe esser messo in condizione di uscire dall'euro e chiede non solo flessibilità e soccorso monetario ma addirittura la nascita di uno Stato che si chiami Europa ed abbia i poteri finora dispersi su 28 Paesi. Se si verificasse su questo punto una coincidenza politica tra Tsipras e Draghi, anche l'adempimento degli impegni economici della Grecia diventerebbe più facile. Ma gli avversari sono molti, anzi tutti, Renzi compreso: i governi nazionali non vogliono perdere la loro sovranità. Un editoriale di Eugenio Scalfari su la Repubblica. 

Grecia nei guai e l'Italia pure

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