Di troppa austerità si rischia di morire

Alla fine degli anni Novanta la Germania aveva un problema di domanda aggregata (un concetto macroeconomico). Dopo un decennio di moderazione salariale, che aveva fatto calare il costo unitario del lavoro, ma anche il tenore di vita, non c'era più abbastanza domanda in Germania per i beni prodotti dalla Germania stessa, che quindi dovette andare a cercare domanda all'esterno. La liquidità in eccedenza nelle banche tedesche fu prestata all'estero, a banche straniere come quelle greche. Le banche greche prendevano i prestiti dalla Germania e prestavano a loro volta alle imprese greche per consentire loro di acquistare beni tedeschi, incrementando in tal modo le esportazioni teutoniche. Tutto questo ha fatto crescere tanto l'indebitamento del settore privato ellenico. Non a caso sono le banche tedesche a detenere una grossa fetta del debito greco (21 miliardi di euro). Un editoriale di Mariana Mazzucato su la Repubblica.

Cara Ur, l'austerità non aiuta né la Grecia né l'Europa

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Grecia: 72 ore per un accordo impossibile

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Comunque finirà, la partita scriverà una pessima pagina della storia europea. La peggiore dalla fine della seconda guerra mondiale. La Grecia ha le sue colpe e nessuno le nega. Ma i suoi interlocutori non sono senza peccato, Germania in testa. La Grecia però resta un dettaglio della storia europea, invece se ne è fatto un monumento inutile e dannoso alla causa collettiva. Dimenticando che oggi le priorità sono altre: crescita economica, sicurezza, consenso dei cittadini, un posto da protagonista nella competizione globale in difesa di una vecchia civiltà altrimenti condannata al declino. Un editoriale di Adriana Cerretelli su Il Sole 24 Ore.

Ultimatum Ue ad Atene

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Con il no al referendum, Atene sempre più isolata

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S ventolano le bandiere del No nella notte di piazza Syntagma e su almeno uno slogan di quei manifesti chiunque sarà d'accordo: graphoume istorìa , «scriviamo la storia». Dopo cinque anni di agonia, la Grecia di Alexis Tsipras ha consumato il più grande strappo nella storia di 65 anni di integrazione europea. Da stamattina il premier greco dovrà fare i conti con le sue promesse che, entro poche ore, rischiano di rivelarsi altrettante menzogne: aveva detto che l'accordo con il resto d'Europa ora sarebbe stato più facile e che la Grecia sarebbe rimasta nell'euro. L'editoriale di Federico Fubini sul Corriere della Sera. 

Grecia, rebus dopo l'esito del referendum

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