La marea delle forze anti-Ue costringerà a strane alleanze

Se facciamo un piccolo sforzo di deprovincializzazione del discorso sull'attuale momento politico, se la smettiamo di guardare solo all’immagine mediatica dei leader e ai fantasmi dell’opinione pubblica più ideologizzata, e riflettiamo invece sulla sostanza delle politiche, specie in campo economico, Renzi e Berlusconi già molto si somigliano (forse più nel bene che nel male delle rispettive politiche), e in definitiva altro non farebbero che importare in Italia. L'editoriale di Luca Ricolfi su Il Sole 24 Ore.

In autunno di nuovo Renzi e Berlusconi insieme?

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I limiti della democrazia, oggi

Da allora questa situazione viene denominata “paradosso di Condorcet”, o “paradosso del voto”, e viene spesso evocata per ricordare i limiti della regola principe della democrazia, ovvero la scelta a maggioranza, quando le alternative in gioco sono tre anziché due. Ma quand'è che le alternative in gioco sono tre e non due? Nei sistemi politici reali accade di rado, perché le alternative si strutturano perlopiù intorno a due sole opzioni di fondo, che siamo soliti a chiamare la Destra e la Sinistra. I partiti possono essere anche molti, ma le vere alternative sono solo due: votare per un partito di destra, votare per un partito di sinistra. Un editoriale di Luca Ricolfi su Il Sole 24 Ore.

Le democrazie zoppicano in tutta Europa

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La democrazia sta cambiando volto, anche i partiti

 Le grandi democrazie non funzionano senza leader. I leader producono beni collettivi. Naturalmente, nessuna grande democrazia è priva di meccanismi per controllare quei leader, sia a livello delle istituzioni che all’interno dei partiti. Tant’è che esse hanno governi e partiti “con” il leader, e non già “del” leader (una distinzione che sembra sfuggire anche a non pochi politologi). Non occorre avere due camere che abbiano gli stessi poteri per tenere sotto controllo il potere esecutivo. Anzi. Così come è errato assumere che spetti al potere legislativo vigilare sul potere esecutivo. Nei parlamentarismi maturi, il governo è tenuto sotto controllo dall’opposizione. Il Parlamento è il luogo dove governo e opposizione si scontrano in nome dei rispettivi elettorati e non delle proprie oligarchie. Attraverso quel confronto gli elettori possono maturare le loro opinioni. Le democrazie moderne sono democrazie elettorali di massa. Non già quei regimi di ottimati che suscitano la nostalgia dei difensori del parlamentarismo assemblearista. Un editoriale di Sergio Fabbrini su Il Sole 24 Ore.

I timori per l'uomo solo al comando

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