La battaglia al Senato gli sta riservando qualche sgradevole sorpresa, ma il progetto non cambia salvo qualche adattamento di facciata.
La proposta più recente riguarda l'introduzione delle preferenze nella legge elettorale. È una concessione importante alla libertà di scelta degli elettori? Affatto. I "raccomandati" saranno sicuri dell'elezione come capilista, gli altri risveglieranno le lobby di tutta Italia, mafie comprese. Il nostro non è un Paese da preferenze. Il solo vero sistema accettabile è il collegio uninominale, con ballottaggio dei primi due, ma nessuno ci pensa più in questo strano Paese. La classe dirigente pensa ai propri interessi, la gente è indifferente, della riforma del Senato e della legge elettorale non gliene importa niente come del resto non importa niente neppure all'Europa. È un gioco tutto italiano, e il circuito mediatico lo moltiplica. Ci si accapiglia sul nulla, ma dietro a quel nulla ci sono progetti di potere coltivati con grande abilità. Così Eugenio Scalfari su la Repubblica.
Giuliano Ferrara ha scritto sul Foglio qualche giorno fa che io critico
Italia in panne, non si salva nemmeno il calcio