Cara Unione Europea, così davvero non va

L'Europa non esiste

Se vuole sopravvivere, se vuole cercare di diventare un vero corpo politico,cioè un'entità coesa, tenuta insieme da un legame autentico, e perciò capace di un'azione efficace, l'Europa ha una sola strada davanti: quella di una stagione costituente radicale, audace. In mancanza di ciò, su troppe cose che contano continueremo ad andare in ordine sparso, magari a raccontarci la favola che tanto a «fare l'Europa» ci pensa il programma Erasmus, aspettando che inevitabilmente qualcuno prima o poi però,con le buone o con le cattive, decida di uscire dall'Unione e di chiederne il fallimento. Un editoriale di Ernesto Galli Della Loggia sul Corriere della Sera.

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Non è vero che gli immigrati impoveriscono l'Italia

I contributi versati dagli stranieri rappresentano il 4,2% del totale, si può stimare un gettito contributivo di 8,9 miliardi». Cosicché «sommando gettito fiscale e contributivo, le entrate riconducibili alla presenza straniera raggiungono i 16,6 miliardi». 
Ma se questo è quanto danno, quanto ricevono poi gli immigrati? «Considerando che dopo le pensioni la sanità è la voce di gran lunga più importante e che all’interno di questa circa l’80% della spesa è assorbita dalle persone ultrasessantacinquenni», risponde lo studio, l’impatto dei nati all’estero (nettamente più giovani e meno acciaccati degli italiani) è decisamente minore sul peso sia delle pensioni sia della sanità, dai ricoveri all’uso di farmaci. Certo, è maggiore nella scuola «dove l’incidenza degli alunni con cittadinanza non italiana ha raggiunto l’8,4%», ma qui «la parte preponderante della spesa è fissa». Così Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera.

Una leggenda da sfatare: gli immigrati (quelli regolari) non sono un peso

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