Xinjiang, la repressione di Xi continua
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Da oltre un decennio non si contano le proteste e le critiche rivolte dall’opinione pubblica italiana al governo degli Stati Uniti per la prigione di Guantanamo. Cioè per la detenzione in quella base americana nell’isola di Cuba di qualche centinaio (attualmente credo solo qualche decina) di persone di varie nazionalità gravemente sospettate di appartenere a formazioni terroristiche islamiche: detenzione tuttavia senza processo, e quindi a tutti gli effetti illegale secondo le buone regole dello Stato di diritto. (...) Anche per questo appare davvero singolare il silenzio assoluto che invece ha accolto proprio in Italia la notizia dell'inasprimento delle misure repressive già durissime e di pari illegalità che il governo della Repubblica Popolare Cinese ha recentemente deciso nei confronti degli Uiguri. Cioè di una popolazione turcofona, musulmana sunnita, non di etnia Han, abitante nella regione di confine dello Xinjiang, dove fino a poco fa essa rappresentava la maggioranza, e la cui colpa, agli occhi di Pechino, è quella di voler mantenere la propria identità. Il commento del prof. Ernesto Galli Della Loggia sul Corriere della Sera.