Catalogna indipendente? Colpa della crisi economica

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La Spagna ha vissuto nell'ultimo decennio una durissima crisi economica, con un livello di disoccupazione che é record nel continente, dando cosí spazio alla ripresa delle ragioni “indipendentiste” attraverso una critica sempre piú aspra verso il governo centrale: Madrid, e non soltanto Rajoy ma anche Zapatéro, viene accusata non soltanto di praticare un centralismo cieco e vessatorio ma, anche, di penalizzare la Catalogna (e le altre regioni) con una politica fiscale che punisce la “periferia”e ne sfrutta il ricco potenziale economico.  Un editoriale di Mimmo Càndito su La Stampa.

 

L'Europa rischia lo sgretolamento

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Ue, crisi causata dalle sperequazioni economiche

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Le richieste di autonomia dagli Stati non derivano solo da distinzioni culturali ma anche da problemi di disuguaglianza di carattere economico: quasi tutte le regioni in cui sono forti le formazioni autonomiste sono distanti dalla media del reddito nazionale pro capite. Catalogna e regioni padane sono l’esempio convenzionale, ma lo stesso avviene tra le regioni fiamminghe e quelle valloni in Belgio. Anche il reddito pro capite della Scozia, dove il referendum secessionista è fallito per pochi punti percentuali, è superiore alla media del Regno Unito se si tiene conto dell’eccezione dell’area londinese. Il comportamento elettorale dei cittadini dei Laender tedeschi orientali, relativamente poveri, dove crescono i movimenti anti-europei, è molto diverso da quello del Sud ricco della Germania, anch’esso euro-critico, ma entrambi divergono da quello mediano ed europeista del resto del Paese. Un editoriale di Carlo Bastasin su Il Sole 24 Ore.

Syriza, l'Europa sta cambiando pelle

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L'Europa deve fare i conti con i tanti separatismi

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L'unica soluzione attuale alla crisi degli Stati e allo "status quo" del disordine mondiale, può essere dunque solamente, al di fuori di facili visioni apocalittiche, con la legislatura appena aperta dell'Unione Europea il passaggio da un'unione monetaria ad un'unione politica, attraverso la costituzione di un governo federale democratico europeo, in cui la presenza dei singoli Stati membri ritrovi una sua nuova consistenza, di fronte all'attuale disgregazione delle istituzioni democratiche, rinnovando una politica basata sulla unità culturale dell'Europa del Rinascimento e dell'Illuminismo e non più su una imbelle e autodistruttiva politica orientata a devastanti e ambigui interessi personali e tribali senza futuro. Così Guido Rossi su Il Sole 24 Ore.

Scozia, una lezione per l'Europa

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