Flat tax, spending review, allarme a Palazzo Chigi

Nei tempi neanche troppo remoti allorquando Lega e M5s erano all’opposizione, risultava un tema assai gradito ai rispettivi leader il taglio delle spese (a loro avviso) inutili: e non a caso entrambi arrivarono a glorificare Carlo Cottarelli. “Il Commissario alla spending review critica il governo che spende quello che non ha, e Renzi come risponde? ‘Fa niente, andremo avanti anche senza di lui’. Altro fallimento, Renzi continua a perdere colpi... Sarebbe quasi divertente, non fosse che con lui anche l’economia sta andando in vacca”. Così scriveva su Facebook, nel luglio 2014, Salvini. Di Maio, invece, si spinse fino ad adottare le ricette di Cottarelli nella campagna elettorale del 2018, promettendo di attuare quel programma (salvo poi dimostrare di non averlo neppure letto, visto che parlava di tagli alla pubblica istruzione che nel programma di Cottarelli non c’erano neppure).

Spending review al palo, le contraddizioni del governo gialloverde

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E' allarme debito pubblico, continua a crescere

Sin quando il Pil nominale crescerà meno del costo medio del debito, il rapporto debito-Pil potrà solo aumentare. E con esso il rischio di attacchi speculativi al nostro debito pubblico. E quello che, presto o tardi, un nuovo Monti (ad esempio un Cottarelli o un Draghi) giungerà con la mannaia di un inasprimento patrimoniale per compensare debito pubblico e ricchezza privata e tirare avanti ancora per un po', mentre gli autori del crack si sfileranno dai riflettori, sempre tuttavia pronti a latrare dalla confortevole opposizione contro il nuovo servo di Bruxelles che impoverisce l'Italia. Le riflessioni di Andrea Gorga e Carlo Valdes sul sito Phastidio.

Il moloch del debito, il problema numero uno

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A Roma un governo indeciso su tutto

Vogliono vincere le elezioni europee per cambiare la politica economica dell’Unione. Credono di poter diventare l’ago della bilancia di un Europarlamento rinnovato e sperano che altre forze politiche anti establishment facciano un buon risultato per porre fine al consociativismo di liberali, socialisti e popolari europei. Ma ci sono poche, pochissime possibilità per Lega e Movimento 5 stelle di evitare una manovra correttiva e l’aumento dell’Iva nella legge di bilancio nel 2019. Sia che al governo ci sia ancora il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, o Matteo Salvini come leader del rinnovato centrodestra o addirittura un tecnico come Mario Draghi o Carlo Cottarelli nel caso la situazione economica e politica dovessero degenerare. Lega ma soprattutto il Movimento 5 stelle hanno puntato tutte le loro fiches politiche sulla vittoria alle elezioni europee per cambiare la composizione della Commissione e del Parlamento europeo ma non basterà. Il commento, severo, di Andrea Fioravanti sul sito linkiesta.

Italia in difficoltà, dopo le europee le contraddizioni esploderanno

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