Cara Italia, il Paese non cresce, il debito sì

Nei 158 anni dall’unità, l’Italia ha avuto per 127 anni un debito pubblico più alto della media degli altri Paesi che oggi formano il G7. Pur essendo quindi storicamente un Paese ad alto debito, l’Italia ha avuto solo due casi minori di default, peraltro insieme a importanti Paesi europei. Fa parte della cultura e del carattere nazionale la convinzione un po’ compiaciuta di essere un Paese indebitato, ma stabile. Bisogna invece chiedersi se negli ultimi anni sia cambiato qualcosa e se la nostra auto-indulgenza sia diventata una pericolosa illusione. Il commento di Carlo Bastasin e Gianni Toniolo su Il Sole 24 Ore.

Il problema n. 1 dell'Italia, il debito sovrano

Leggi tutto...

La Merkel si prepara a dare il benservito a Renzi

Angela Merkel è sulla difensiva. Di riflesso, si è ridotto lo spazio di manovra di herr Draghi, troppo abile per dar battaglia quando le possibilità di vittoria sono esigue. Non è il momento, insomma, di chiedere alla banca centrale nuove mosse di espansione della politica monetaria.  Anche perché l’Italia ha presentato una legge di Stabilità che punta sulla crescita quale unica arma per abbassare il rapporto debito/pil. Mossa apprezzabile ma, data la situazione internazionale (frenata della Cina, crisi degli Emergenti grande clienti del made in Italy), senz’altro audace. Un articolo di Ugo Bertone su Libero.

Rischio troika per l'Italia renziana

Leggi tutto...

Ue, crisi causata dalle sperequazioni economiche

  • Pubblicato in Esteri

Le richieste di autonomia dagli Stati non derivano solo da distinzioni culturali ma anche da problemi di disuguaglianza di carattere economico: quasi tutte le regioni in cui sono forti le formazioni autonomiste sono distanti dalla media del reddito nazionale pro capite. Catalogna e regioni padane sono l’esempio convenzionale, ma lo stesso avviene tra le regioni fiamminghe e quelle valloni in Belgio. Anche il reddito pro capite della Scozia, dove il referendum secessionista è fallito per pochi punti percentuali, è superiore alla media del Regno Unito se si tiene conto dell’eccezione dell’area londinese. Il comportamento elettorale dei cittadini dei Laender tedeschi orientali, relativamente poveri, dove crescono i movimenti anti-europei, è molto diverso da quello del Sud ricco della Germania, anch’esso euro-critico, ma entrambi divergono da quello mediano ed europeista del resto del Paese. Un editoriale di Carlo Bastasin su Il Sole 24 Ore.

Syriza, l'Europa sta cambiando pelle

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS

Newsletter

. . . .