Il mondo vive nell'incertezza

Una classe media “in bolletta” si traduce in mercati interni di consumo che arrancano senza una vera e propria ripartenza, a danno del potenziale di crescita. Forse le economie occidentali si sono illuse di poter inseguire la crescita impetuosa e veloce dei consumi di ceto medio nei Brics, ora in affanno, e hanno trascurato la crescita dei mercati interni, di cui i ceti medi sono l’architrave. L'editoriale di Carlo Carboni su Il Sole 24 Ore.

Italia, il ceto medio piange

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La ricetta per superare la crisi

Per stimolare il credito bancario produttivo - e rafforzare l'efficacia della politica di bilancio, i Governi dovrebbero smettere di emettere titoli di Stato e chiedere prestiti alle banche con contratti di prestito, spesso disponibili a tassi più bassi dei rendimenti dei titoli di Stato. Questo consentirebbe di rafforzare il credito bancario e stimolare domanda, occupazione, Pil e introiti fiscali. Infine, si dovrebbe istituire una rete di piccole banche locali senza scopo di lucro con il compito di fornire servizi per tutti e prestiti a piccole e medie imprese, secondo il modello che ha puntellato la crescita e la solidità della Germania. Naturalmente, le banche multinazionali, che a lungo hanno beneficiato della percezione secondo cui i risparmi sono necessari per un'economia, probabilmente opporrebbero resistenza. Per decenni queste banche hanno venduto "risparmi esteri" a Paesi in via di sviluppo prestando a tassi di interesse alti e in valuta straniera, favorendo l'accumulo di enormi debiti esteri, spesso convertiti in azioni. In altre parole, hanno erogato un credito che dava un contributo limitato all'economia locale, prosciugandone le risorse attraverso gli interessi e l'esplosione del debito in valuta estera. Così Karl-Theodorzu Guttenberg e Richard A. Wernerer su Il Sole 24 Ore.

Nel momento in cui i Brics rige

Si può uscire dalla recessione

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