Nessuno vuole più gli Stati Uniti d'Europa?

L'attuale situazione economia e sociale è drammatica e l'Italia ha le sue gravissime responsabilità. E' indispensabile riconoscere innanzi tutto le proprie colpe e quelle, altrettanto gravi, che appartengono alla parte malata della finanza anglosassone e alle sue appendici tedesche ugualmente malate (non erano aiuti di Stato le centinaia e centinaia di miliardi che il Tesoro americano e il bilancio pubblico tedesco hanno sborsato per salvare le loro banche piene di buchi?) e a una cattiva regolamentazione dei mercati finanziari globali che sopravvive a tutto e tutti (dove è la nuova Bretton Woods?). Per non parlare di quel nazionalismo germanico ricorrente ammantato, di volta in volta, dietro questa o quella regola europea, che impedisce nei fatti di realizzare gli Stati Uniti d'Europa e di attuare l'idea solidaristica e ambiziosa che apparteneva ai padri fondatori e, senza la quale, si condanna alla marginalità la più grande area di consumo al mondo. Possibile che la politica e la finanza tedesche (l'industria ne è consapevole da tempo) non si rendano conto che l'America ha ripreso a correre perché ha attuato azioni economiche e monetarie fortemente espansive e che questa è la strada perché anche la domanda interna europea si risollevi? 

L'Europa in stallo, c'è tanto da fare

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Il mondo è spaccato, c'è bisogno di una nuova governance dell'economia

Settant'anni fa i grandi della Terra decisero di trovarsi a Bretton Woods per disciplinare i rapporti economici tra gli Stati usciti con le ossa rotte dal secondo conflitto mondiale. Settant'anni dopo sembra che sia indispensabile che gli attuali governi debbano affrontare questioni che da soli i singoli Stati non sono davvero in grado di portare a soluzione. Così Gianni Toniolo su Il Sole 24 Ore.

Occorre una nuova Bretton Woods

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