La marcia sulle chiese

L’idea che il fascismo sia in primo luogo una cosa scema è molto radicata nelle élites democratiche del mondo intero. E non è detto che un giudizio, perché elitario, sia perciò stesso sbagliato. Gadda, che di sinistra non fu mai, vedeva in Mussolini, in senso stretto, il cazzone (a Genova belinone, in Sicilia minchione, in Toscana gran bischero), ovvero il maschio vanaglorioso e fallocratico al quale soggiace, scema a sua volta, la folla sedotta. Questa idea del fascismo prima di tutto scemo (etimologicamente: mezzo vuoto di intelligenza) emerge con evidenza direi scientifica nell’incredibile idea, professata da fascisti di diverse parrocchie, nere e verdi, di riaprire le chiese per Pasqua; come se la loro chiusura fosse un oltraggio alla religione e non una misura sanitaria salvavita. C’è un dato decisivo, a questo proposito: i sedicimila morti al Centronord e i mille al Centrosud hanno, fin qui, una sola spiegazione logica. Che il Centrosud è stato blindato in casa per tempo, il Centronord con un paio di settimane (almeno) di ritardo. Che altro? Anche qualche scemo di sinistra (ce ne sono parecchi) ha discettato e ancora discetta sui reconditi scopi antidemocratici della clausura. Ma per fortuna non chiede la riapertura delle bocciofile e dei tornei di scopa d’assi. Perché mai, dunque, gli scemi di destra pretendono che la fede debba avere necessariamente la forma di un’adunata? Che senso ha sorpassare (a destra) gli addetti ai lavori, ovvero le gerarchie ecclesiastiche che neanche si sognano di riaprire le chiese? Ma quanto scemo deve essere un politico che pretende di insegnare al Papa che cosa è una messa, e alla scienza che cosa è la salute pubblica?

Michele Serra – la Repubblica – 9 aprile 2020

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La fine del Duce a Dongo

  • Pubblicato in Cultura

Tra le 8 del 26 aprile 1945 e le 18 del giorno dopo il partigiano Mottarella incontrò la Storia. Di quelle ore ha lasciato una testimonianza (Diario dei giorni della liberazione), firmata («geometra Mottarella Vincenzo di fu Innocente», che ci proietta nel cuore dei convulsi avvenimenti che segnarono la cattura e la fucilazione di Benito Mussolini. L'articolo di Giovanni De Luna su La Stampa.

Mussolini ingannato, chi lo fece catturare

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Il premier e il suo cerchio magico

Il premier Matteo Renzi, non c'è che dire, è bravo, ha un carisma che eguaglia e forse supera quello che ebbe Craxi ai suoi tempi. Gli italiani sono sempre stati affascinati dal carisma, che può produrre ottimi o pessimi frutti. Il più dotato nel carisma demagogico fu Benito Mussolini, con i risultati che conosciamo. Penso e spero che non sia il nostro caso attuale.

Renzi 2.0, pseudo sinistroide forse più destroide

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