Accordo con la Grecia, è ancora buio fitto
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Tsipras è ormai considerato inaffidabile e ostile, in un negoziato che espone per la prima volta in modo eclatante i limiti della politica nazionale di fronte all'interdipendenza europea. Perfino gli istituti democratici perdono senso e diventano pura propaganda se non tengono conto del contesto europeo: il referendum convocato a sorpresa da Tsipras chiederà ai greci di aderire o bocciare una proposta che non esiste più perché l'eurogruppo l'ha ritirata tre giorni fa. Questo a Bruxelles non è considerato dare voce al popolo, ma al populismo. Il linguaggio d'altronde è così conflittuale e la fiducia così consumata che lo spirito che comanda le trattative non è più nemmeno la prosaica convenienza. Non è più neppure un problema di ideologia, cioè di attaccamento ai legittimi principi di una sinistra radicale che si contrappone alle logiche o alle retoriche sull'efficiente funzionamento di un'economia avanzata. Un articolo di Carlo Bastasin su Il Sole 24 Ore.