La svalutazione dello yuan sconvolge i mercati

Ha sconvolto completamente i mercati mondiali la decisione presa l'11 agosto dalla People's Bank of China di abbassare il tasso di cambio del renmimbi dell'1,9%, provocando onde di schock intorno al globo e valutazioni politiche ed economiche assai scomposte, segnale di grave incertezza. Le ragioni della notevole influenza della variazione del tasso di svalutazione della moneta cinese è dovuta al fatto che solo recentemente esso era stato affidato al mercato, mentre prima era determinato direttamente dall'Autorità centrale. Ma le pressioni svalutative della speculazione del mercato avrebbero via via potuto far perdere alla moneta cinese alte percentuali di valore, creando così situazioni di indebitamento insopportabili per le imprese in difficoltà e per il commercio e gli altri rapporti internazionali. Questo è il motivo per cui la Banca centrale cinese, dopo qualche giorno, ha informato i mercati che il prezzo non avrebbe potuto essere superiore al 3%, perché sarebbe immediatamente stato stabilizzato attraverso le abbondanti riserve della Banca centrale. L'editoriale di Guido Rossi su Il Sole 24 Ore.

Impossibile capire a fondo le mosse della Cina

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Un aiuto i ribassi dei prezzi delle materie prime

Non è negativo per le economie occidentali il crollo del prezzo delle materie prime causato dal rallentamento dell’economia cinese e dalla svalutazione dello yuan. Se in un primo momento in Borsa hanno prevalso le preoccupazioni per le società minerarie ed energetiche, ora gli investitori hanno iniziato a fare due conti: soprattutto per l’Europa, che è un importatore di petrolio, il ribasso del prezzo del barile ben sotto quota 50 dollari è un’ottima cosa. È vero che questo importa deflazione (perché tiene bassi i prezzi dei carburanti), ma è anche vero che si tratta di deflazione “buona”, perché aumenta i redditi reali delle persone e dunque le loro possibilità di consumare. In questo la Cina ci sta aiutando. Il ribasso del prezzo del petrolio è una notizia meno buona per gli Stati Uniti, che sono grandi produttori di oro nero. Un editoriale di Morya Longo su Il Sole 24 Ore. 

I vantaggi per la svalutazione della moneta cinese
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